Dal Messaggero Veneto del 25 novembre 2008
"Due ciclisti sfiorati dalle pallottole
«Hanno sparato ai cinghiali sulla statale, con i fucili spianati. Eravamo in bici a dieci metri dai cacciatori e ce la siamo vista brutta».
Fuochi incrociati nella Pedemontana, domenica scorsa: due cicloturisti di Aviano erano diretti a Caneva quando hanno sentito le pallottole fischiare pericolosamente nelle orecchie. Una battuta di caccia al cinghiale è sfociata dal bosco alla statale.
Sicurezza a rischio, sulla strada che corre sotto il colle Longon? Occhio alla stagione di caccia, per non rischiare di rimane impallettati.
«Una brutta esperienza – hanno raccontato i due professionisti avianesi –. Domenica alle 8 siamo rimasti attoniti davanti alla battuta di caccia che è sfociata sulla strada statale, tra Polcenigo e Caneva. A dieci metri da noi, due cacciatori hanno impallinato e ucciso un paio di cinghiali: abbiamo rischiato grosso». Tre chilometri di relax per bruciare i grassi pedalando e dieci metri di paura, sulla strada del Longon.
Il “farwest” è durato pochi minuti, l’impressionante caccia fuori luogo è rimasta, invece, impressa nella memoria dei ciclisti. Non sono animalisti («mangiamo volentieri cacciagione», hanno ammesso), ma la mattanza dei cinghiali li ha colpiti. «Non si spara in mezzo alla strada – ha valutato uno dei professionisti –. E’ vero che è un’arteria poco trafficata nella mattinata domenicale, ma la scena cruenta dell’uccisione dei cinghiali sul selciato è stata raccapricciante. Gli animali sono usciti da una zona boschiva, incalzati dai cani da caccia e hanno trovato una rete di protezione del colle, che ha bloccato le fughe dalla strada.
Di solito, incrociamo caprioli e scoiattoli senza killer alle calcagna». Stanati, rincorsi, uccisi: i corpi dei cinghiali sono stati trascinati di nuovo nel bosco in fretta e furia. «Hanno gridato “via via, di corsa” i cacciatori, quando ci hanno visto – ha concluso il ciclista ecologico –. Hanno trascinato le carcasse degli animali nel bosco. Non è stato un bel giro domenicale». Chiara Benotti "
E meno male che c'è una squola faunistica a San Floriano. Del resto la caccia è uno sport, come il ciclismo. E si sa che il ciclismo è pericoloso: si può cadere, avere un incidente con un'auto, essere impallinati dai cacciatori di strada. Che però sono gentili, e t'invitano a correre ancora più forte, sicuramente credevano di assistere ad una gara ciclistica.
E poi i cacciatori assicurano lo spettacolo, che c'è di meglio quando si va a passeggiare in montagna, magari con dei bambini, di vedere animali grandi e piccoli che rotolano, piangono (sì, piangono), rantolano, sono uccisi. E' meglio dei film violenti alla tv, meglio dei reality, meglio dei siti web con le foto dei cadaveri deturpati dagli incidenti. Ed è tutto gratis!
Del resto la caccia fa parte della nostra cultura locale, come l'alcol, come il maschilismo, come l'insofferenza verso terroni e stranieri. E le tradizioni devono essere difese, altrimenti si perde la propria identità, l'identità di un territorio!
Che brutta gente certa gente. Spero che la digestione sia lunga e difficile.
Ehi tu, figlio maggiorenne
3 mesi fa
2 commenti:
In questo caso quei cacciatori hanno avuto la sfortuna di essere osservati da degli utenti della strada che sono rimasti allibiti dalla scena. Come mai non si sono astenuti dall'invadere la strada e hanno continuato invece la loro attività come nulla fosse? Come se fossero stati nel più sperduto dei luoghi isolati?
Sarebbe interessante conoscere quali sviluppi avrà questa vicenda, specie dal punto di vista sanzionatorio (tanto per cominciare, il Direttore della riserva di caccia di diritto si dissocia dall'accaduto e prende provvedimenti? E se sì, quali? La solita tiratina, debole, d'orecchi?).
Approfitto di questo spazio per segnalare un altro problema riguardante l'attività venatoria in pedemontana. Ci sono delle altane, usate per la caccia di selezione da postazione fissa, che sono posizionate in maniera tale che la direzione di sparo risulta intercettare delle strade.
Dato che queste strade, ancorché a transito limitato, sono frequentate da pedoni, ciclisti e da mezzi motorizzati, il potenziale pericolo che ne risulta è fin troppo evidente.
Chi è che fa qualcosa? Siamo nel Paese del "non mi compete", specialmente quando assumere certe posizioni significa (o si presume solo lontanamente che significhi, poco importa) perdere qualcosa in termini di consenso. E l’anarchia impera…
Mi fermo qui
maurothuciàt (da Budoia)
la situazione è veramente folle, ma non siamo muniti di un corpo regionale forestale e anche di polizia provinciale e venatoria e ancora chissà quante altre polizie abbiamo e non riusciamoa fermare questi incoscenti che spadroneggiano armati di doppietta per i nostri sentieri?
A me a volte succede di partecipare a marce podistiche dove vieni preso a male parole dai cacciatori perchè distrurbi gli animali che scappano, ma siamo impazziti?
Dobbiamo fare qualcosa.
Fermo restando che se bisogna abbattere animali in esubero rispetto la situazione residenziale e di abitat andrebbe gestita come fanno in altri paesi.
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