sabato 8 novembre 2008

Stranieri in campo (ma non di pomodori)

Dal Gazzettino di Mercoledi' 5 Novembre 2008

"Il Polcenigo Budoia ha subito un'ammenda di 800 euro dalla Commissione disciplinare territoriale per non aver schierato una squadra giovanile nel campionato 2007-08. C'è stata anche l'inibizione per 30 giorni del presidente Leandro Dorigo.
(...) Ora il suo presidente, Leandro Dorigo, scrive una lettera aperta al Palazzo federale, spiegando quanto sia difficile fare calcio nei piccoli centri. Con una provocazione: «Facciamo giocare più ragazzini immigrati».
(...) Com'è difficile "fare calcio" nei piccoli centri. Lettera aperta a Renzo Burelli, presidente regionale federale, e a Gian Carlo Caliman, suo omologo provinciale. «Da tesserato accetto ma non condivido per nulla le decisioni della Commissione disciplinare. Mi adeguerò a esse - premette il presidente dei neroverdi del Polcenigo Budoia, Leandro Dorigo -. Ora però mi rivolgo alla Federazione perché credo rientri tra i suoi compiti anche quello di ascoltare le voci che arrivano da chi come me dedica proprie risorse solo per sfruttare a scopi educativi e sociali il grande entusiasmo che il pallone sa dare, anche ai ragazzini del mio comune». Poi Dorigo tira lastoccata: «In occasione del processo a cui sono stato sottoposto ho percepito da parte della Commissione giudicante una totale mancanza di sensibilità verso i valori umani e sociali del gioco del calcio e un'ossessiva interpretazione del vivaio inteso quale fucina di atleti, più che di uomini. Alla circostanziata informazione sulle difficoltà che incontro nel mio comune per creare una rosa di giocatori sufficiente ad affrontare un campionato mi è stato risposto che i ragazzini bisogna andarli a prendere dove ci sono. Ho spiegato loro che spesso sono figli di genitori che sognano i loro figli come autentici fuoriclasse e che molte volte le società più blasonate fanno razzie nei nostri vivai». Un grosso problema. «Mi hanno risposto - incalza il presidente - che bisogna investire sui giovani e non sugli adulti. Non hanno aggiunto altro. Ancora adesso mi sto chiedendo cosa intendessero dire. D'altra parte, ho visto come sono finite le denunce degli anni passati sulle ruberie di ragazzi perpetrate da alcuni dirigenti procacciatori».

Soluzioni possibili alla "carestia giovanile"? «Potrebbe essere trovata con l'impiego degli stranieri. Per me - sottolinea - tutti i ragazzi di sana costituzione devono avere lo stesso diritto di giocare a pallone, indipendentemente da loro nazionalità o colore della pelle. Giustamente le norme federali prevedono sanzioni per chi manifesta comportamenti razzisti, ma nello stesso tempo discriminano gli stranieri. Per loro tesserarsi rappresenta una vera odissea burocratica, nonostante frequentino le nostre scuole, siano muniti di codice fiscale, siano regolarmente residenti in Italia e i loro genitori abbiano un lavoro». Dorigo, la sua battaglia ideale proseguirà? «Avrei molte altre osservazioni sulle norme che disciplinano il calcio dilettantistico e giovanile e soprattutto su chi deve farle rispettare - ammette il neroverde -. Ma non vorrei passare per uno sprovveduto Don Chisciotte che, oltre a spendere proprie risorse per inseguire ideali troppo lontani da quelli dei burosauri, parla al vento. Se le affermazioni contenute nella mia lettera aperta saranno oggetto di altri provvedimenti disciplinari spero soltanto che siano rivolti a me e non alla società. Quella ha già ingiustamente dato, sia in termini economici che morali. Un'ulteriore mia squalifica invece farebbe solo la gioia dei miei familiari». Cosa chiede al numero uno provinciale? «Caliman già molto ha fatto e continua a fare per aiutare le società piccole ad allestire il settore giovanile. Sono certo che saprà comprendere il senso di quanto ho affermato e già questo mi consola».(r.s.)
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Questa poi, mai avrei creduto che anche i ragazzi immigrati avessero gravi problemi burocratici per giocare a calcio con i coetanei italiani doc. E (se non ho capito male) non si tratta di provocazione, come ha scritto il giornalista o il titolista (miope) sul Gazzettino, ma di una seria e concreta proposta che va incontro sia all'integrazione dei ragazzi immigrati, sia al bisogno di energie fresche delle società giovanili.

1 commento:

rinnovamento ha detto...

Vorrei dare un piccolo contributo al dibattito, confrontando, se Leandro ritiene di farlo, le regole delle diverse Federazioni sportive. Per il tesseramento di ragazzi stranieri fino alla under 17 ( nati nel 1992/93 e dopo) la Federazione Italiana Rugby dice a pag 35 della Circolare informativa:
" Il tesseramento di giocatori stranieri U.17 ed attività di propaganda non è soggetto a limitazioni. Per ottenere il tesseramento la società dovrà inviare alla F.I.R. :
a) richiesta di tesseramento
(mod. 11 scaricabile dal sito
www.federugby.it )
b) domanda di tesseramento (mod 12 - idem)
c) permesso di soggiorno
d) certificato di cittadinanza per
i nati all'estero
e) dichiarazione del Presidente
della Società che attesti la
veridicità dei dati
f) dichiarazione di assenso delle
normative statuali sulla tutela
sanitaria e le normative
antidoping (mod. 3/08 )

NB. il tutto richiede circa 7-10 gg. ed è completamente gratuito.