Visto che il vento soffia ancora, su richiesta di Odino Steffan, , sono lieto di fare qualche chilometro per arrivare ad Aviano, dove c'è il progetto di costruzione di un inceneritore dei rifiuti. Non mi perdo in valutazioni, per pubblicare subito qui di seguito il Comunicato congiunto del Coordinamento Provinciale Strategie Rifiuti.
"NON SOLO CONTRARI: perché non occorre un secondo inceneritore in Friuli Venezia Giulia. In provincia di Pordenone già 130.000 cittadini assicurano una raccolta differenziata al 70%. Abbiamo in casa quindi le competenze necessarie e la dimostrazione lampante di come si può risolvere il problema dei rifiuti. Alla radice. Varie esperienze poi dimostrano che non occorre molto tempo per passare dal 40 al 70% di differenziazione; in 6 - 9 mesi si ottengono risultati significativi. Ed anche in città è fattibile, basti l'esempio di Montebelluna, 30.000 abitanti, al 78,6%, o di Novara, oltre 100.000 abitanti, arrivata in tempi brevissimi al 68%.
Già con una raccolta differenziata del 65%, le attuali 600.000 t/a di rifiuti regionali quindi si possono abbattere a circa 200.000 t/a, che sono ancora trattabili con impianti di selezione con un ulteriore recupero di materiale riciclabile e significativa riduzione.
Con l'inceneritore di Trieste che lavora dalle 150 alle 195.000 t/a, oggi impropriamente impiegato a bruciare i rifiuti tal quali (Trieste differenzia nel 2006 solo il 17,62% contro un minimo di legge del 40%), come si fa quindi a dire che serve un secondo inceneritore in Regione, o, addirittura che ne servono altri due? Resterebbero praticamente "scarico", a meno di – ma guarda?- dover lavorare grandi quantità di rifiuti reperiti in altre regioni. Il business? Ma per chi?
I ritardi nell'estensione massiccia della raccolta differenziata non hanno che conseguenze negative. Non si coglie la collaborazione dei cittadini (a dispetto della spesso citata Agenda 21), si sprecano materiali altrimenti riutilizzabili e si riempiono anticipatamente le sempre scarse discariche disponibili. E si chiedono, appunto, inceneritori: il fuoco purificatore (che comunque hanno bisogno di discariche per le ceneri che sono circa il 30% in peso dei rifiuti bruciati e hanno composizioni chimiche altamente tossiche).
E' invece tempo di affrontare e risolvere veramente il problema dei rifiuti attraverso un percorso virtuoso che abbia come destinazione non solo l'ottimizzazione e armonizzazione delle modalità della raccolta dei rifiuti ma che tenda a modificare comportamenti e stili di vita, per affermare una nuova cultura fondata sulla partecipazione responsabile e consapevole dei cittadini, per costruire un nuovo e più forte senso civico con l'obiettivo di realizzare le condizioni per soddisfare i bisogni umani e sociali impiegando meno risorse, consumando meno energia, riducendo le emissioni in atmosfera e producendo meno rifiuti.
E' per questo che reclamiamo che si parta da un serio piano regionale e provinciale sulla gestione dei rifiuti che ci spieghi dove vogliamo andare invece di propugnare – estemporaneamente – la necessità una "raccolta differenziata all'80%" e, allo stesso tempo, di tre inceneritori !?
Angelo Masotti, Sindaco di Zoppola, Odino Steffan, Consigliere comunale Polcenigo, Vanni Tissino, Consigliere comunale Porcia, Antonio Tesolin, Casarsa della Delizia, Angelo Tassan Assessore comunale Aviano, Bruno Tassan Chiaret Consigliere comunale Aviano, Michele De Cesco, Cittadini per il Comune di Aviano, Legambiente Pordenone, Commissione Ambiente Roveredo in Piano, componenti dei comitati Roveredo Nord e S.O.S. San Lorenzo di Maniago.
Comunicato congiunto 3 – c'é l'alternativa
Ci auguriamo che le emergenze legate alla situazione dei rifiuti nel napoletano non diano fiato ai propugnatori nostrani dell'inceneritore, che proprio in questo periodo sembrano rifarsi vivi come fuoco sotto la cenere. Non sarebbe proprio il caso.
Il dissesto dei rifiuti nella regione Campania è la drammatica conseguenza di anni e anni di abbandono, di non pianificazione di mezzi e strumenti, di latitanza degli amministratori pubblici. Il nostro schieramento si batte da tempo contro la necessità dell'inceneritore (soprattutto nel pordenonese), rivendicando i ruoli fondamentali di strumenti virtuosi quali la Raccolta Differenziata porta-a-porta, che oltre a permettere il recupero elevatissimo di materiali riduce la produzione alla fonte degli stessi, l'utilizzo di impianti di Trattamento Meccanico-Biologico dei rifiuti (TMB, ovvero impianti a freddo e con inertizzazione del rifiuto residuo) e di impianti di riciclaggio dei materiali separati, il ricorso a sistematiche campagne di sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini.
Prevenire è meglio che curare e pertanto noi rivendichiamo soprattutto l'esigenza di avere un efficace piano per la gestione dei rifiuti, che ponga termine alle iniziative estemporanee, che pianifichi lo sviluppo, gli impianti, i mezzi, le metodologie e faccia capire dove si vuole andare e in che tipo di Regione viviamo.
Angelo Masotti, Sindaco di Zoppola, Odino Steffan, Consigliere comunale Polcenigo, Vanni Tissino, Consigliere comunale Porcia, Antonio Tesolin, Casarsa della Delizia, Cittadini per il Comune di Aviano, Legambiente Pordenone, Commissione Ambiente Roveredo in Piano, componenti dei comitati Roveredo Nord e S.O.S. San Lorenzo di Maniago"
Ehi tu, figlio maggiorenne
3 mesi fa
4 commenti:
E' quasi scontato essere d'accordo sulla posizione esposta. Non servono inceneritori se non c'e' materiale da incenerire.
Ogni volta che rientro a Polcenigo e vedo le file di contenitori azzurri o gialli mi sento "bene"; quel senso che ognuno nel suo piccolo fa qualcosa per la comunità.
Campagne di sensibilizzazione; possono avere un senso, ma mi era venuto in mente il "sottotitolo" ai cartelli stradali d'ingresso al comune di diversi anni fa "Polcenigo - Comune denuclearizzato". Mi e' sempre sembrato e mi sembra ancora una ridicolaggine (al di là delle posizioni politiche che c'erano, corrette o meno), come se, nel caso in cui ad Aviano esplodesse "qualcosa", noi avessimo avuto uno "scudo invisibile".
Perche' invece non esporre all'ingresso: "Comune di Polcenigo. Nel 2007 ha riciclato il 60%"
Che botta per uno di Trieste che torna a casa e legge: "Comune di Trieste. Nel 2006 ha riciclato il 18%"
no ?
...ci sarà sicuramente qualche legge per cui non si puo' fare...
:(
Dal sito del Meetup di Pordenone:
"Domenica 27 gennaio 2008, ore 20:30
Ex Convento S. FRANCESCO
Piazza della Motta
Pordenone
CONFERENZA CON PAUL CONNETT
Il Dott. Paul Connett è professore di chimica alla St Lawrence University a Canton, New York, in cui ha insegnato per 15 anni. Ha ottenuto la laurea in scienze naturali all'università di Cambridge ed il suo Ph.D. in chimica all'università di Dartmouth negli Stati Uniti. Negli ultimi 14 anni ha studiato le problematiche della gestione dei rifiuti, con un'attenzione particolare ai pericoli derivanti dall'incenerimento ed alle alternative di non combustione più sicure e più sostenibili. Ha partecipato a numerosi congressi internazionali sulla diossina e con il suo collega Tom Webster ha presentato sei documenti a questi simposi, che successivamente sono stati pubblicati in Chemosphere. Ha condotto 1500 presentazioni pubbliche su queste edizioni in 48 stati degli USA ed altri 40 paesi. Con la sua moglie Ellen pubblica il bollettino "Waste not" (Rifiuti zero) che è al suo dodicesimo anno di pubblicazione. Con Roger Bailey, professore di Belle Arti all'università St Lawrence, ha prodotto oltre 40 videotape sulla gestione dei rifiuti, sulla diossina e su altre situazioni ambientali."
Bisogna sempre sentire tutte le campane.....
Buona giornata a tutti
Incuriosito da uno spezzone di qualche secondo di tg, vi incollo il seguente, dal sito del CNR.
"Quanto sia oneroso e problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra la “tragedia” della Campania alla quale media e istituzioni stanno prestando la loro allarmata attenzione in questi giorni. Ma i rifiuti solidi urbani, com’è noto, possono rappresentare anche una risorsa. In questa direzione va Thor, un sistema sviluppato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche insieme alla Società ASSING SpA di Roma, che permette di recuperare e raffinare tutti i rifiuti e trasformarli in materiali da riutilizzare e in combustibile dall’elevato potere calorico, senza passare per i cassonetti separati della raccolta differenziata.
Un passo oltre la raccolta differenziata e il semplice incenerimento, con cui i rifiuti diventano una risorsa e che comporta un costo decisamente inferiore a quello di un inceneritore. Thor (Total house waste recycling - riciclaggio completo dei rifiuti domestici) è una tecnologia ideata e sviluppata interamente in Italia dalla ricerca congiunta pubblica e privata, che si basa su un processo di raffinazione meccanica (meccano-raffinazione) dei materiali di scarto, i quali vengono trattati in modo da separare tutte le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili.
Come un ‘mulino’ di nuova generazione, l’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Il risultato dell’intero processo è una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile e paragonabile ad un carbone di buona qualità.
“Un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico”, aggiunge Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr e inventore di Thor, “compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse. Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto che viene generato dalla raffinazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, una volta eliminate le componenti inquinanti sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma rispetto a queste sono povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici”. E’ possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido o pellettizzato oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. L’impianto è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce e il resto lo cede all’esterno.
Il primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.
L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.
“Un impianto di meccano-raffinazione di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate di rifiuti l’anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale”, spiega Paolo Plescia. “Per una identica quantità, una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione, e in particolare le spese legate allo smaltimento delle scorie e ceneri per gli inceneritori, o della gestione degli odori e dei gas delle discariche, entrambi inesistenti nel Thor. Quanto al calore, i rifiuti che contengono cascami di carta producono 2.500 chilocalorie per chilo, mentre dopo la raffinazione meccanica superano le 5.300 chilocalorie”.
Un esempio concreto delle sue possibilità? “Un’area urbana di 5000 abitanti produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi”, informa il ricercatore. “Con queste Thor permette di ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti, nei quali è compresa anche la frazione ricca di cloro dei rifiuti, che viene separata per non inquinare il combustibile”. Il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile”.
Un’altra applicazione interessante di Thor, utile per le isole o le comunità dove scarseggia l’acqua potabile, consiste nell’utilizzazione dell’energia termica prodotta per alimentare un dissalatore, producendo acqua potabile e nello stesso tempo eliminando i rifiuti soldi urbani.
Roma, 7 gennaio 2008
La scheda
Che cosa: Thor (Total house waste recycling) sistema per il recupero e la raffinazione dei rifiuti solidi urbani
Chi: Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr
Per informazioni: Paolo Plescia, Istituto di studi sui materiali nanostrutturati (Ismn) del Cnr, tel. 06.90672826, e-mail: paolo.plescia@ismn.cnr.it, p.plescia@assing.it
Ufficio Stampa Cnr Rosanna Dassisti
Cari tutti,
....di seguito vi riprto il nostro ultimo comunicato stampa.
Il diavolo brucia, Dio ricicla!
Riteniamo che nella recente esternazione sulla gestione dei rifiuti, trascinato dalla sua esuberanza, il Presidente della Provincia abbia peccato di incoerenza e superficialità.
Ricordiamo che le direttive sui rifiuti urbani nel Pordenonese sono state fissate con il Piano provinciale per la gestione dei rifiuti urbani, di fine 2004, e con il Programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili in discarica, pubblicato nel dicembre 2007 e in attesa di approvazione. Mentre nel primo si sottovaluta clamorosamente l’importanza della raccolta differenziata (con una previsione di crescita dell’1% all’anno dal 2005 in poi), nel secondo si rileva la carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti biodegradabili, i bassi indici di recupero di materiali e l’esportazione di rifiuti fuori regione.
Oggi, il Presidente afferma che la raccolta differenziata è “ineludibile”, ma anche che un inceneritore è necessario. Sembra quindi ignorare che già oggi poco meno della metà degli abitanti della nostra provincia differenziano oltre il 70% dei rifiuti prodotti, e che anche i comuni della provincia di Udine in cui è stata avviata la raccolta porta a porta hanno rapidamente raggiunto quote analoghe. Estese a tutta la Provincia di Pordenone, queste percentuali ridurrebbero i rifiuti da smaltire a meno di 40.000 tonnellate/anno, assolutamente insufficienti a giustificare l’investimento per un inceneritore (non meno di 90 milioni di euro). Infatti, il progetto della Naonis Energia prevede un impianto da 160.000 t/anno, per cui si renderebbe necessaria l’importazione di almeno 120.000 t/a di rifiuti dalle province di Belluno, Treviso, Udine!
Se non vogliamo restare sommersi dai rifiuti, o dalle loro ceneri, dobbiamo procedere con intelligenza, trasparenza e vera innovazione. Il ricorso agli inceneritori costituisce innanzitutto uno spreco, in quanto distruggono, in modo costoso, preziose materie prime secondarie (che possono essere recuperate utilizzando impianti che costano meno di un decimo di un inceneritore piccolo e creano comunque posti di lavoro). Inoltre, anche travestiti da “termovalorizzatori”, sono impianti poco efficienti per la produzione di energia (il cui valore, oltretutto, non è più “drogato” dal mercato dei “certificati verdi”), sono pericolosamente inquinanti (lo attestano le ricerche di Connett, gli studi di Stefano Montanari, almeno due indagini epidemiologiche promosse dalla UE) con l’emissione di polveri sottili/nanoparticelle e anche di elevate quantità di CO2 (che aggravano l’oneroso handicap del nostro paese nella gara per la riduzione delle emissioni di diossido di carbonio). Infine, al contrario di quanto si vorrebbe far credere, non eliminano affatto la necessità delle discariche, poiché producono consistenti quantità di ceneri, per di più molto tossiche (mentre impianti di trattamento meccanico-biologico lascerebbero, dopo la differenziazione, quantità non superiori di rifiuti inertizzati e compattati).
Il Presidente definisce “parruccone”(?) e “terrorista” chi sostiene che si può perseguire l’obiettivo “rifiuti zero” e fare a meno degli inceneritori. Noi riteniamo invece che la vera innovazione sia quella perseguita già oggi da molte amministrazioni pubbliche nel mondo, imponendo ai produttori di rendere riciclabili i loro prodotti o di provvedere al recupero; promuovendo le raccolte differenziate e realizzando gli impianti di recupero e riciclaggio e di trattamento.
Buona parte della nostra Provincia è già sulla buona strada. Non occorrono inceneritori (nella nostra Regione, basta e avanza quello di Trieste), semmai nuovi impianti di trattamento. La prima cosa da fare, anzi da rifare, è quindi un nuovo piano provinciale per la gestione dei rifiuti. Perciò, se volesse, il Presidente De Anna potrebbe ancora dare un contributo costruttivo per affrontare il problema dei rifiuti in modo razionale, economico ed ecocompatibile.
Aria e acqua pulita per tutti.
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