"Riporto un articolo di Beppe Grillo dal suo blog del 6 gennaio 2008: "I giornalisti stranieri hanno fatto un tour in Campania. Uno Spazzatour. Non credevano ai loro occhi. Ma i lettori crederanno ai loro articoli. La Campania come Seveso. I prodotti della terra contaminati come quelli di Chernobyl. Addio turismo. Addio produzioni agricole. Addio tutto, tranne ai tumori in aumento. I responsabili di un disastro peggiore di un terremoto non si vogliono schiodare dalle loro sedie. Il tandem Bassolino-Jervolino, entrambi nel comitato dei 45 saggi del Partito Democratico, fa ammuina. Il Presidente napoletano Napolitano, compagno di partito di Bassolino, dalla piazzetta di Capri si è detto allarmato. In carcere finirà chi protesta, i responsabili rimarranno a piede libero pagati da noi". Si tratta di populismo? La spazzatura è solo una questione demagogica? E la salute del cittadino? Si offende il politico di turno a denunciare ciò o il cittadino deve rimanere ostaggio dei rifiuti e della diossina? Saluti da Luciano Bubbola"
ilconsigliere nel commento successivo scrive "...parole sante"
- Caro Luciano, l'ho già scritto sul blog di Angela, sono d'accordo con gran parte delle questioni che pone Grillo sul suo blog, non sono gli argomenti che sono populisti (anche se qualcuno ce n'è). Il problema è che Grillo li pone senza poi partecipare al dibattito, come uno che parla dal palco (o dal balcone, o dalla scrivania televisiva) e poi lascia che gli altri facciano brusio, acclamino (salvo forse poi decidere, a qualche prossima elezione, chi sarà con lui e chi sarà contro di lui). Insomma c'è scarsa partecipazione, scambio, democrazia. E' inutile denigrare, in paesi piccoli come Polcenigo, ma anche in una piccola città come Pordenone, gli amministratori, i politici locali; li vediamo e li incrociamo, non è proprio possibile mantenere rapporti decenti invece di alimentare il sospetto? La maestà si può "ledere" piuttosto facendo circolare informazioni, concrete, su cui assumersi le proprie responsabilità, non semplicemente proclamando che il politico o amministratore di turno fa i propri interessi privati grazie alle proprie cariche pubbliche, troppo semplice e molte volte falso. I blog locali su argomenti locali servono proprio a questo.
- E comunque per quanto riguarda Grillo è solo un problema mio: chi urla, sbraita, si sovrappone agli altri, usa spesso un linguaggio volgare, m'infastidisce indipendentemente da quello che dice. So bene che ci sono difetti ben peggiori in persone apparentemente "eleganti".
17 commenti:
Mi trovo, in linea di principio, d'accordo con quanto affermato da Alberto, però (c'è sempre almeno un 'però')credo che quanto detto anche da 'il consigliere' (cioè mancanza di risposte degli amministratori a domande e richeste dei cittadini e soprattutto assenza di soluzioni concrete)sia altrettanto vero:
Sui modi di protesta e/o di denuncia si può cercare una maggior 'urbanità'; tuttavia oltre la 'forma' è importante pure la 'sostanza' e a fronte delle richieste 'urlate' da Grillo vedo solo un 'assordante silenzio' della politica locale e nazionale: ciò mi preoccupa, perchè così si rischia le vera deriva demagogica e populista; non per gli strepiti di Grillo, ma per l'indifferenza arrogante dei governanti.
I blog locali certo non possono assumere il peso specifico di quelli nazionali o internazionali, però anch'essi, nel loro piccolo, evidenziano una crescente 'poltiglia' politica.
Ciò che è 'locale' diventa anche 'globale' e illudersi di vivere ancora in un'isola felice non favorisce nei cittadini la crescita di una democrazia partecipata e responsabile.
Forse mi illudo, ma credo ancora nella rappresentanza (vigilata) di tutti i cittadini.
Saluti e grazie per aver creato un post sull'ultima vergogna italiana da Luciano Bubbola
Sempre sulla questione rifiuti, per rimanere in tema e con un taglio 'minore' e più locale: a Polcenigo l'eternit, lasciato lungo il Livenza, quando verrà rimosso?
Rispettando i 'referati' dei vari assessori, non ti sembra, caro Alberto, che anche questa ritardata rimozione sia l'ennesimo segno di una politica 'mucillagine', autoreferenziale e già in totale decomposizione organica?
Come vedi anche a Polcenigo il marcio (riferito all'eternit, giammai agli amministratori così permalosi...) avanza o rimane coperto da un misero telone vicino al Livenza...
Però io confido sempre in un 'colpo di reni' con un nuovo 'referato' (mi piacciono ancora le favole).
Saluti da Luciano Bubbola
Complimenti per il taglio che in questi giorni sta assumendo la discussione del blog, dsavvero glocal nel senso più nobile del termine.
'Piervincenzo' ha colto nel segno: 'glocal' è ciò che accade anche in piccoli comuni come Polcenigo, Cordenons e Pordenone: la globalizzazione, che ci piaccia o no, si mischia al nostro sano 'localismo'.
Tuttavia non è detto, perchè si vive in piccole località che gli amministratori debbano essere esenti da critiche solo per la probabilità di incrociarli per strada; anzi un rapporto così stretto dovrebbe non incutere false apprensioni o pericolose collusioni: meglio un politico conosciuto e incontrato, che un politico mediatico e lontano.
Poi se uno deve mentenere i 'buoni rapporti' per future convenienze politiche, per me, è un atto lecito, ma che rasenta la 'paraculaggine'.
Saluti da Luciano Bubbola
Caro Luciano, ero in dubbio se risponderti pubblicamente o privatamente, visto che ci vediamo spesso, sul lavoro. Come vedi ho propeso (l'ho coniugato bene il verbo?) per la prima, a costo di essere ripetitivo e noioso. Tu puoi fare come vuoi, incavolarti come vuoi, avere brutti rapporti con chi vuoi, sparare a zero contro chi vuoi, sono fatti tuoi. Io altrettanto posso comportarmi come voglio, cercare di avere rapporti decenti con chi voglio, anche con gli avversari politici, criticare chi voglio e mantenere al tempo stesso un buon rapporto con questa persona. Posso o devo avere il permesso da qualcuno? A costo di sembrare un'anima bella? Fare una chiaccherata con un compaesano e mantenere questa possibilità è collusione? E' celomollismo? Saranno fatti miei o no? O devo per forza sentire più o meno velate accuse di paraculaggine, pur virgolettate, per questo?
Caro Alberto, ognuno risponde dei propri atti a se stesso e non agli altri.
Comunque spero che i 'buoni rapporti' con gli amministratori locali (che, secondo me, ci devono essere, ma che comunque non escludono a priori un continuo 'pressing' democratico)non si traducano, poi, in un numero dentro una lista alle prossime elezioni amministrative. A quel punto avresti 'tradito' lo spirito di un blog libero e partecipativo per un incarico politico...
Se ciò accadrà, Ti auguro di ricoprire qualche 'referato' e mi attendo una pizza e birra pagata; se, invece, i fatti mi daranno torto (e me lo auguro di cuore), sarò ben lieto di offrirTi una pizza e una birra grande (lo champagne Te lo scordi!).
Buona notte da Luciano Bubbola (e non iniziare a prendertela già come i nostri politici 'navigati')
Sto vedendo anch'io 'Porta a Porta' e trovo sacrosanto il commento de 'il consigliere': si rischia di alterarsi tra di noi, persone oneste e senza interessi collaterali, mentre l'Italia affonda nei miasmi dei rifiuti (solidi e politici). Forse ho sbagliato con Alberto a lasciar sottintendere certe cose (anche perchè mi vanto di conoscere abbastanza bene l'onestà morale e intellettuale di Alberto), però davanti a tali scempi e all'olimpica indifferenza dei nostri politici, mi sembra che la Storia si ripeta sempre allo stesso modo. Pure Maria Antonietta, nel lontano 1789, mentre mancava il pane e c'erano proteste in tutta la Francia, trovava come unico rimedio invitare il popolo a mangiare brioche...
Notte da Luciano Bubbola (folpo d'adozione)
Questo è ciò che ho trovato oggi 9 febbraio 2008 sul blog di Beppe Grillo, spero che interessi un po' tutti e che preoccupi un po' l'amico Alberto: così, senza 'gridare' e senza essere 'populisti come il 'facinoroso' Grillo, i nostri politici tentano di tappare la bocca ai blog e alla libertà d'opinione.
Buona lettura da Luciano Bubbola:
"8 Gennaio 2008
Il comma UNO BIS Folena/Luxuria e il degrado della Rete
Vorrei vivere in un Paese in cui, al mattino, esco di casa, compro il giornale e leggo cosa il Governo e il Parlamento hanno fatto per la MIA FAMIGLIA. Li pago, questi signori, con il mio lavoro, con le mie tasse, attraverso i consumi. Mi aspetto qualche buona notizia quotidiana, di qualunque genere, anche piccola. Per sentirmi sereno, per vivere un giorno di normale serenità. Non pretendo poi molto. Respirare profondamente aria pulita, alzare gli occhi al cielo e sorridere. Al mattino, invece, vengo informato, di rado dai giornali o dalle televisioni, quasi sempre da amici e dalla Rete, di nuovi ostacoli, problemi, sofferenze creati dai nostri dipendenti. Hanno un cilindro magico, estraggono senza sosta leggi, emendamenti, commi per toglierci la tranquillità.
Dove vogliono arrivare? All’idrofobia collettiva? Se questo è il loro scopo, ci stanno riuscendo. Per esempio con una leggina che si sono votati nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2007 per augurare un Buon Natale agli italiani.
Il 6 febbraio 2007 era stata presentata una proposta di legge dal titolo: “Disposizioni concernenti la Società italiana degli autori ed editori (SIAE) ” da 32 deputati (TRENTADUE).
Il 19 settembre 2007 Folena, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Sasso, Bono, Garagnani, Goisis, Ghizzoni, Barbieri hanno introdotto il comma UNO BIS:
“È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet a titolo gratuito di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradati, per uso didattico o enciclopedico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentito il Ministro della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all'uso didattico o enciclopedico di cui al precedente periodo”.
Dopo la legge Levi-Prodi, che sta caaaaaaamminando come l’Itaaaaaalia, è arrivato (non richiesto) il comma UNO BIS.
Su Internet potranno essere pubblicate solo immagini e musiche “degradate”, solo per uso didattico, non a scopo di lucro. Uno scienziato potrà pubblicare solo immagini “degradate”. Un blog che invece copre i suoi costi (a fini di lucro) con la pubblicità di Google dovrà pagare il bollino SIAE.
Il degrado su Internet c’era già, con le facce dei parlamentari e con la monnezza in Campania. Il comma UNO BIS lo ha certificato."
Altre informazioni su www.guidoscorza.it
9 febbraio 2008 = 9 gennaio 2008
Ho sbagliato: scusate.
Luciano Bubbola
Non è giusto penalizzare i 'figli di politici, assessori, presidenti...' da eventuali assunzioni in Enti pubblici; però mi chiedo: e i 'figli di persone comuni' senza incarichi politici (i cosiddetti 'anonimi') vanno penalizzati, per lasciar posto agli altri più noti?
Non sarà il caso di Polcenigo, ma con tutti gli scandali scoppiati nelle Università (i 'baroni') e nelle Aziende pubbliche (Ospedali, ASL,Provincie, Regioni, Comuni...) si può pensar male e non credere più al solo 'merito'... di nascita?
Saluti da Luciano Bubbola
Un pò sordo lo sono, ma ribadisco il fatto che la Sig. Bernardon non è stata scelta subito; infatti prima di Lei sono state contattate altre due persone che avevano rifiutato; quindi visti i requisiti personali e la posizione in graduatoria è stata interpellato ed ha accettato. Per quanto riguarda "Il consigliere" posso solo dire che da te accetto tutte le critiche, con amicizia.
I concorsi si dovrebbero vincere solo per merito: non discuto, poi bisogna vedere i posti che si liberano e dove (fortunati sono quelli che li trovano sotto casa o nei pressi dell'ufficio di papà...); comunque su 'la Repubblica.it' ho trovato questo articolo un po' datato, ma ancora attuale su talune procedure 'corrette' nella forma, che danno un aiutino ai familiari di alcuni 'baroni' dell' Università di Bari.
Buona lettura da Luciano Bubbola
"Dopo concorsi pilota, esami venduti e test truccati, nel mirino
dei magistrati ci sono ora decine di casi di nepotismo
L'università affare di famiglia
A Bari mogli e figli in cattedra
di ATTILIO BOLZONI
BARI - La stanza numero 24 è quella del professore Giovanni Tatarano, ordinario di Diritto privato. Suo figlio Marco insegna lì accanto, nella stanza numero 4. Sua figlia Maria Chiara riceve gli studenti proprio di fronte a papà, nella stanza numero 12.
Tutta la famiglia in un corridoio. E non come quegli altri, che si sono sparpagliati invece su quattro piani e sopra cinque cattedre. Quegli altri che si chiamano Dell'Atti, tutti parenti, tutti docenti.
Ma mai tanti e mai tanto esimi come i Massari, nove tra fratelli e nipoti e cugini, probabilmente la tribù accademica più numerosa d'Italia. Benvenuti all'Università di Bari, benvenuti nella città dove in pochi intimi si spartiscono il sapere e il potere.
Buongiorno, dov'è la stanza del professore Girone? "Girone chi?", risponde spazientito il vecchio custode di Economia e Commercio. Girone Giovanni il Magnifico Rettore o Girone Raffaella che è sua figlia?, Girone Gianluca che è suo figlio o Girone Sallustio Giulia che è sua moglie? In ordine, stanza numero 3, stanza numero 26, stanza numero 58, stanza numero 13. E aggiunge, sempre più infastidito il custode: "Poi se vuole parlare con un altro parente stretto dei Girone, ci sarebbe pure il dottore Francesco Campobasso, associato di statistica, che è il marito della professoressa Raffaella, quinto piano, stanza numero 19".
E' cominciato così il nostro viaggio in quel labirinto che è l'Ateneo pugliese, concorsi pilotati, test truccati, esami comprati e venduti, tentate estorsioni e una Parentopoli che è ormai al di là del bene e del male. Lo scandalo sta dilagando. E a Bari, per la prima volta la razza barona trema. Sussurri, voci, grida. Si sta scoprendo un vero verminaio nell'Università dalle più antiche tradizioni delle Puglie. Facoltà dopo facoltà, dipartimento dopo dipartimento. E anche sotto la spinta di una valanga di anonimi.
Sono tanti i Corvi che volano nel cielo di Bari in queste settimane di paura. Raccontano di tutto e di tutti, spiegano in lunghe lettere (con tanto di allegati grafici e di alberi genealogici) come una mezza dozzina di clan accademici hanno allungato le mani sull'Università. "Arrivano ogni mattina sulle scrivanie dei sostituti con la posta prioritaria", confessa il procuratore aggiunto Marco Dinapoli, il magistrato che coordina le indagini sulla pubblica amministrazione. Denunce di combine nelle commissioni esaminatrici, nomi, cognomi, favori incrociati per piazzare di qua e di là consanguinei o amanti, fidanzati e generi. Ci sono inchieste aperte dappertutto. A Veterinaria e a Matematica, a Scienze delle Comunicazioni, a Cardiologia, a Ginecologia, a Genetica, al Politecnico. Ma è Economia e Commercio - dove il rettore Giovanni Girone è ordinario di Statistica - che è il cuore della razza barona barese, è in quell'edificio grigio a cinque piani il suq delle cattedre.
Sono tutte qui le grandi famiglie accademiche, tutte super rappresentate a cominciare da quella del Magnifico fino agli illustrissimi Massari, tre fratelli - Giansiro, Lamberto e Lanfranco - e poi un nugolo di figli ricercatori. Concorsi a regola d'arte, carte naturalmente sempre a posto come vuole la legge. Tanto a vincere sono soprattutto i parenti. Il preside della facoltà si chiama Carlo Cecchi e allarga sconsolato le braccia: "A me i professori me li regalano le commissioni aggiudicatrici dei concorsi: cosa posso fare io? Io non sono mai stato nelle commissioni di esami".
Senza vergogna e senza pudore una dozzina di clan accademici, anno dopo anno, si sono impadroniti dell'Ateneo. "E' come se ci fosse stata una competizione tra alcuni professori a chi riusciva a collocare più membri del proprio gruppo familiare", commenta Nicola Colaianni, ex magistrato di Cassazione, il docente di Diritto pubblico nominato dal senato accademico a presiedere una commissione d'inchiesta sui buchi neri dell'ateneo. La sua relazione finale l'altro ieri è finita dritta dritta alla procura della Repubblica.
Ci sono i clan ad Economia e Commercio e ci sono quelli al Policlinico, altro girone infernale della cultura universitaria pugliese. Clan e ancora clan, lo scambio di promesse per un posto di ricercatore o di associato, i figli e i nipoti tutti specializzandi, sempre gli stessi nomi che occupano le stesse cattedre: i Ponzio a Lingue, i Foti al Politecnico e via via tutti gli altri. Fino alle grandi famiglie dei "professori" del Policlinico. Quasi tutti hanno trovato un dottorato di ricerca o un incarico nella stessa clinica del padre o dello zio o del cugino. A Psichiatria. A Ortopedia. A Neurochirurgia. A Endocrinologia. A Chirurgia generale. Un elenco infinito. Con il 40 per cento circa dei figli dei primari nella stessa facoltà dei padri e, molto spesso, nella stessa struttura operativa. Con l'età dei "fortunati" parenti a volte molto sospetta, mediamente dieci anni più bassa di quella dei loro colleghi senza blasone.
Privilegi di casta e anche qualcosa di più. Come quell'holding che gestiva concorsi con il trucco a Cardiologia, il fondatore della scuola barese Paolo Rizzon arrestato per associazione a delinquere "finalizzata al falso e alla corruzione", secondo i giudici un componente di rango di una sorta di Cupola che "dirigeva" gli affari della cardiologia. E non solo in Puglia. O come il primario di Ginecologia e ostetricia Sergio Schonauer, indagato per avere votato una commissione che avrebbe dovuto giudicare suo figlio Luca per un posto di ricercatore nella sua stessa clinica. E' la prepotente "normalità" di questa Bari universitaria che si sente impunita, è l'intrigo alla luce del sole, l'omertà delle complicità estese.
Rettore, ma cos'è questa sua Università, una sola grande famiglia? Prima Giovanni Girone travolge con la sua mole un gruppo di giornalisti e si fa sfuggire un magnifico "vaff...", poi si scusa, minaccia la solita querela a chiunque parli o scriva dei suoi e degli altri parenti cattedratici, finalmente si placa e ci fa entrare nella sua stanza. Alle sue spalle due grandi foto, una di Padre Pio e l'altra di Aldo Moro. E alla fine Girone sospira: "I nomi non c'entrano, i concorsi o sono corretti o non sono corretti. E nel caso di mia moglie e dei miei figli è stato tutto regolarissimo: quel che conta è soltanto la produzione scientifica". Così parla il Magnifico rettore dell'Università di Bari, l'ateneo delle grandi tribù."
(3 marzo 2005)
Grazie Alberto per la foto senza alcuna attinenza al post (questa sì è off-topic!).
Il grilletto delle 'cazzate' è in mano ai politici di professione, non a me.
Comunque grazie da Luciano Bubbola
Applausi per chi finge di non vedere e di non sentire e per chi perde la memoria in questo blog 'molto allineato'... vero Alberto?
Ecco la 'chicca' di oggi dal blog di Beppe Grillo che non risponde alle centinaia di commenti, così come fa Alberto ai commenti di noi 4 'gatti' (forse c'è una certa differenza numerica tra il primo e il secondo...)
Buona lettura da Luciano Bubbola
17 Gennaio 2008
Applausi...
La Camera ha applaudito più volte Mastella mentre attaccava la magistratura. Una solidarietà convinta di chi può rischiare di fare la stessa fine. L’Italia dei Valori e il PDCI sono rimasti in silenzio. Il ceppalonico si è dimesso insieme al suo partito.
Prodi è a interim alla Giustizia. Dia il ministero a Antonio Di Pietro. E’ forse l’unica via per sopravvivere alla rabbia degli italiani.
Applausi
ah ah ah ah ah ah ah
ah ah ah ah ah ah ah
ah ah ah ah ah ah ah
applausi della Casta (1) intorno a me
applausi tu sola Sandra (2) non ci sei
ma dove sei chissà dove sei tu
agli arresti forse tu
perché cantare
cantare ma perché
se canto tutta la Casta va in galera insieme a me
ah ah ah ah ah ah ah
applausi oceano di mani sporche
intorno a me
ma le tue mani Sandra
non le vedrò mai più
ho un nodo in gola
arrestatemi con lei (3)
perché cantare
fare la spia ma perché
se canto la Cosca non mi applaude più
ah ah ah ah ah ah ah
un magistrato non è
non e' un robot senz’anima
Prodi (4) io per te son stato
come un disco che fa l’indulto (5)
e poi si getta via
applausi della Cosca intorno a me
applausi tu sola Sandra non ci sei
chissà dove sei tu
agli arresti forse tu
perché cantare
cantare ma perché
cantare ma perché
se De Magistris (6)più non c’è
ah ah ah ah
cantare ma perché
cantare ma perché
perché cantare se la Casta ama me
perché cantare se la Casta applaude me
(1) Applausi di tutta la Camera il 16 gennaio 2008 all’attacco di Mastella alla magistratura con l’unica eccezione dell’Italia dei Valori e del PDCI
(2) Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella e presidente del Consiglio regionale della Campania, agli arresti domiciliari
(3) Clemente Mastella è indagato per sette ipotesi di reato, tra cui la tentata concussione al Governatore della Campania Antonio Bassolino
(4) Prodi ha espresso a Mastella la sua solidarietà e ha respinto le sue dimissioni
(5) L’indulto del 2006 proposto da Mastella che ha evitato il carcere ai responsabili di reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione
(6) Luigi De Magistris ha indagato su Mastella e su Prodi fino all’avocatura dell’inchiesta Why Not sulla distribuzione dei fondi europei
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