Io credo che lo sviluppo, il pil, il lavoro, non siano la cosa più importante della vita delle persone; di troppo lavoro si può anche morire (è successo oggi a Salgareda ad una ragazza di 20 anni); spesso l'eccesso di lavoro fa trascurare la propria famiglia ("mio figlio marina (o si strafoga di alcol) e io non sapevo niente!"). La qualità della vita, la salute, la convivenza civile dovrebbero venire prima del lavoro, non il lavoro essere a costo della qualità della vita.
Se le abitazioni vengono costruite senza tener conto delle condizioni di vita delle persone che ci andranno ad abitare (spazi per i parcheggi, per i giochi dei bambini, per la privacy e per la relazione), e delle loro relazioni con il territorio (vicini, ambiente, ecc.), si creano solo le condizioni per maggiori squilibri e disagi, con costi sociali ed ambientali (oltre che legali). Non credo che questi costi siano accettabili a fronte di maggiore lavoro per le imprese locali.
Nessun commento:
Posta un commento