giovedì 30 aprile 2009

Europei

Dal Messaggero Veneto del 26 aprile 2009, che ci parla della storia del salame ungherese di Frisanco, creato da barba Nane di Polcenigo che insieme al genero lavorava con gli ungheresi in Romania.

Gemellaggio con l'Ungheria
In autunno il salame di Frisanco sbarcherà in Europa. Nei giorni scorsi una comunicazione contenete la storia della tradizionale ricetta della Val Colvera è stata spedita a Bruxelles, all’europarlamentare Carlo Fatuzzo, il quale ha garantito il proprio sostegno a un futuro gemellaggio tra il Friuli e l’Ungheria. L’insaccato di
Frisanco è stato esportato nell’Impero austriaco da un carpentiere di Budoia e da suo genero, originario della Val Colvera
. I due hanno
praticamente inventato la ricetta dell’attuale salame ungherese
, adattandola alle esigenze dei palati locali. Diventati prima dei norcini e successivamente imprenditori nel settore alimentare, Barba Nane da Polcenigo e Giuseppe Dozzi lanciarono nel mondo il nuovo modo di fare gli insaccati. L’occupazione sovietica in Ungheria cancellò ogni traccia dei Dozzi, obbligandoli a rientrare in Italia. Questa storia rischiava di finire nel dimenticatoio se non fosse stato per l’intraprendenza e l’abilità di Alessandro Antonini, un macellaio di Maniago, il quale ha rispolverato la ricetta di Barba Nane e l’ha depositata, per evitare future manipolazioni commerciali. Antonini ha cominciato a cercare sostegno tra le amministrazioni locali, trovando interesse nel Comune di Frisanco. Da parte sua Fatuzzo ha già attivato un collega rumeno (i Dozzi cominciarono l’attività a
Sinaia
, che all’epoca ricadeva sotto il dominio austroungarico ma che attualmente si trova in Romania). L’europarlamentare è intenzionato a proporre una serie di visite di scambio tra Frisanco, Polcenigo, Sinaia e Budapest. Oltre a Italia, Ungheria e Romania, nel progetto verrà coinvolta anche l’Austria in quanto uno degli stabilimenti di produzione del salame era stato aperto a Vienna. (f.fi.)

Su Friuli.it potete trovare la storia esposta in maniera più completa e chiara, a partire dall’emigrazione stagionale verso “lis gjermaniis”, avvenuta nella seconda metà dell’800 dalla pedemontana del Friuli Occidentale.
Ma se volete una versione piuttosto diversa, leggetevi l'informato articolo "Il salame ungherese della grande Pianura Magiara", tratto dalla rivista "Premiata salumeria italiana".
In ogni caso a noi rimane la ricchezza data dai viaggi, dal lavoro, dagli scambi anche culinari nati durante le migrazioni nel passato in Europa. E' possibile che questi scambi, questi arricchimenti si possano formare anche con i migranti che vengono dagli altri continenti?

1 commento:

rinnovamento ha detto...

Compagno al900 stai prendendo una abitudine che ricorda il periodo staliniano in URSS ( evidentemente nelle dovute proporzioni): Stalin modificava le fotografie ufficiali, cancellando o ricoprendo le immagini dei suoi sodali caduti in disgrazia, tu invece ricopri di "salamate" le cose scomode che vengono dette in questo blog e le allontani dal lettore. Due esempi : gestione e costi dell'acqua - investimenti sbagliati sul campo sportivo ( o per meglio dire "campi sportivi" .