giovedì 9 aprile 2009

Bravin vs Turrin. Nuova pista ciclabile accanto alla Pedemontana?

Dal Messaggero Veneto del 06 aprile. "Scontro fra auto e bicicletta. Ciclista ferito in modo lieve. Investimento di ciclista da parte di un’auto, nel pomeriggio di ieri lungo la strada provinciale 29 “Pedemontana Occidentale”, in territorio di Budoia. L’incidente ha visto mobilitarsi ambulanza del 118 e pure l’elisoccorso, ma alla fine le conseguenze sono state lievi. Le cause dell’investimento sono al vaglio dei carabinieri della stazione di Polcenigo, competenti per territorio. Il ciclista - del quale non si conoscono le generalità - ha riportato contusioni lievi e un trauma più forte al bacino ed è stato portato per controlli all’ospedale di Udine. "

Stessa notizia riportata dal Gazzettino lo stesso giorno:
"Grave il ciclista investito a Budoia. (Ro) Sono serie, ma non preoccupano i medici, le ferite riportate dal ciclista Francesco Turrin, 47 anni, di Cordenons che, ieri alle 16.30 lungo la Provinciale Pedemontana a Budoia, è stato investito - per cause all’esame dei carabinieri di Polcenigo - dalla Skoda Fabia, guidata da Norina Bravin, 79 anni, di Budoia."

Insomma per il Messaggero le conseguenze sono lievi, invece per il Gazzettino le condizioni sono serie, ma non preoccupano i medici... Mah!
Resta il fatto che gli incidenti subiti da persone in bicicletta o a piedi sono frequenti e a volte gravi. So che c'è il partito degli automobilisti che ce l'hanno con i ciclisti che non rispettano le regole. Il problema però è che, torto o ragione, ci rimettono sempre fisicamente i ciclisti. Io sono un automobilista medio, e faccio in media più di 25.000 km l'anno, sulla Pedemontana ci passo tutti i giorni e i ciclisti fanno ormai parte del paesaggio. Sarebbe sufficiente che, quando c'è poco spazio per superare, per qualsiasi ragione, l'auto rallenti e aspetti con pazienza; l'automobilista, dopo averlo superato può anche mandare a quel paese il ciclista in doppia fila, ma dopo. Invece capita a volte che, io li vedo, camionisti e autisti delinquenti sorpassino a pochi cm dalle bici.
Questo nonostante che forze dell'ordine varie spesso siano appostate lungo la Pedemontana.
Quindi il problema della sicurezza degli utenti "deboli" sulle strade dev'essere risolto in qualche altro modo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono i ciclisti che usano la strada per transitare, come si fa con un qualunque veicolo e ci sono ciclisti che scambiano la strada per una pista. Questi ultimi sono incompatibili con il traffico "regolare".
Poiché esiste, di fatto, il ciclismo su strada come specialità sportiva, credo che l'incompatibilità si potrebbe risolvere chiudendo le strade al traffico in taluni giorni e/o in taluni orari, per consentire il solo transito dei ciclisti (che sono quelli che viaggiano senza i dispositivi previsti dal Codice della Strada e che sono pericolosi e ingiustamente tollerati). Negli altri giorni, quando le strade sono aperte al traffico "regolare", i ciclisti si allenino in pista.

rinnovamento ha detto...

D'accordo con quanto scritto sopra, salvo che vedo impossibile chiudere la strada nei giorni festivi.
Aggiungerei che fare una pista ciclabile sulla Pedemontana sarebbe un inutile spreco perchè non verrebbe usata da nessuno : non dai ciclisti sportivi perchè non si farebbero confinare in una sola corsia ( come minimo ne dovremmo fare due e cioè una per senso di marcia ) tantomeno dai ciclisti normali prechè sarebbe troppo faticosa. Investiamo invece in sicurezza stradale e nei paesi!

al900 ha detto...

Vi assegno la tessera del partito dei divietisti a entrambi.
Io non sono un amante del ciclismo, ma molte persone lo sono, soprattutto dalle nostre parti. Uscire e correre con la bici per molti è un ottimo sport, praticabile anche a età elevate, anche individualmente, anche senza dover programmare orari e incontri. Basta prendere la propria bicicletta e correre, su una strada qualsiasi.
Il ciclismo, come tutti gli sport, fa bene alla salute, e, se proprio vogliamo vedere il lato economico, diminuisce la spesa pubblica in sanità. Quindi, rendiamo la vita più facile a chi pratica qualunque sport. E rendiamo le strade aperte al passaggio di tutti, nella maggior sicurezza possibile.
Cara Sara, tutto il traffico è regolare. E gli automobolisti, me compreso, rallentino.
In sintesi, meno divieti, più libertà, più responsabilità.