"Auguri al nuovo assessore ai lavori pubblici Benassi, e un promemoria: nel programma elettorale del 2004 di “Ritroviamo Polcenigo”, gruppo in cui è stato eletto il nuovo assessore, nella parte relativa ai lavori pubblici, si legge: “Si propone la realizzazione di marciapiedi dalla località Le Croci al centro di San Giovanni lungo via Pordenone e percorsi alternativi pedonali da Polcenigo verso Gorgazzo e Coltura (Progetti generale di “Mobilità pedonale”)”.A proposito di questi percorsi alternativi pedonali, per collegare Polcenigo a Coltura c’è la possibilità di utilizzare una vecchia stradina ora utilizzata solo per i mezzi agricoli. Nella mappa di Polcenigo (che si trova anche online nel sito del Comune) questa strada, che ho evidenziato in rosso sulla cartina, si chiama “Strada Comunale del Ponte”: collega la via Col del Conte, appena sotto Coltura, con via Coltura e via Sega, all’imbocco del centro storico di Polcenigo. Si snoda tra i campi e i colli in lieve pendio, minore di quello di via Coltura. E’ larga quanto basta per far passare un trattore. Si trova però ora in pessime condizioni: con poco ghiaino, per questa ragione spesso con enormi pozzanghere, con alberi e arbusti non curati che la occupano in parte (ma che del resto, una volta curati, sono utili per ombreggiare il percorso).

La possibilità di ripristinare questa strada è emersa parecchio tempo fa nelle riunioni del gruppo “La strada è anche mia”. Sarebbe un’ottima alternativa pedonale e ciclabile per non incrociare corriere ed automobili che sfrecciano lungo la stretta e pericolosa strada, senza marciapiede e senza percorso ciclabile, che è ora diventata via Coltura. Sarebbe sufficiente una manutenzione decente (o forse una asfaltatura come nelle migliori piste ciclabili); con un paio di punti luce potrebbe essere utilizzata anche la sera (ma già poterla usare di giorno sarebbe una conquista). Oltre soprattutto per chi vi risiede, potrebbe essere un ottimo collegamento verso il centro, la Santissima e verso San Floriano, per promuovere Coltura con un futuro Masaret, per un turismo pulito, ambientale e culturale. Nelle foto vedete a sinistra le condizioni attuali della stradina, a destra via Sega. Che ne pensa il nuovo assessore? ..."




2 commenti:
Caro Alberto,
leggendo il tuo post sulla definitiva sistemazione della stradina del DOI, quando hai nominato la parola ASFALTO mi si sono raddrizzati i capelli.
Ma la cosa mi ha incuriosito, ho fatto una ricerca in internet e ho trovato come la pensano in merito in Trentino (vedi copia-incolla sotto).
Non sono un tecnico ma credo che la soluzione addottata in provincia di Trento per le piste ciclabili in zone di particolare pregio ambientale, sia percorribile anche per risolvere in modo definitivo la manutenzione della strada del Doi.
Buona lettura
..... si riportano gli standard per la pavimentazione delle piste ciclabili, adottati dal Servizio Ripristino e Valorizzazione ambientale della Provincia di Trento, ripartizione amministrativa responsabile dei percorsi ciclabili in Trentino:
“per i tratti ex-novo viene eseguita una fondazione stradale di 25/30 cm di spessore, in materiale legante misto di cava, previo lo scavo o la scarifica; uno strato successivo di 5 cm compressi di materiale misto granulare stabilizzato ed infine la stesa e costipamento di uno strato unico di conglomerato bituminoso tipo E di 6 cm di spessore. Per i percorsi inoltre che si sviluppano in aree di particolare pregio ambientale (biotopi, rive laghi e fiumi e altro), viene inoltre eseguita una finitura superficiale a "basso impatto ambientale" che consiste in una stesura combinata di bitume modificato e graniglia (calcarea, porfirica o altro, di pezzatura 3/6 o 4/8 mm) e successiva rullatura, con il risultato finale simile ad una stradina sterrata.”
Sulla scorta delle indicazioni fornite, si ritiene in conclusione di suggerire, come standard da adottare in maniera generalizzata per l’itinerario Alpi - Garda - Mare, una pavimentazione con strato superficiale in conglomerato bituminoso - realizzato con le caratteristiche sopra descritte – ad eccezione di quei tratti che, per locali vincoli ambientali, rendano opportuna l’adozione di una pavimentazione più “naturale”.
Tranquillo che non sono un fan dell'asfaltatura dei sentieri. Mi preme solo che questi percorsi, da utilizzare per la vita di tutti i giorni dei residenti e non solo per il turismo, siano effettivamente rimessi in sesto e che siano fruibili da tutti, senza barriere, bambini e anziani, normodotati e diversamente abili, e non solo dai mountain-bikers.
Quindi ben vengano soluzioni come dici tu, che tengono in maggior rispetto le condizioni ambientali. Io non sono un tecnico stradale, e dico stupidate un sacco di volte; il blog serve anche a sgrezzare le idee, se ci fossero ancora più interventi da persone diverse sul merito delle questioni, secondo me renderebbe tutti più consapevoli.
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