domenica 11 maggio 2008

Ma a che serve Bimbimbici?

Bimbimbici, come scritto nel sito nazionale della manifestazione, è una pedalata cittadina che si tiene ogni anno, la prima domenica di maggio (a Polcenigo quest'anno il 18 maggio)

E' una pedalata gioiosa, un’occasione di festa per tutti quegli utenti deboli delle strade e delle piazze che, come i bambini, vivono quotidianamente la città come luogo riservato ad utenti forti (in primo luogo gli automobilisti) per i quali la fisionomia della città assume strutture e configurazioni funzionali ad un certo tipo di sviluppo; nella città si costruiscono parcheggi ma non spazi verdi, nella città si costruiscono strade dove potersi muovere a velocità sempre più alte e non zone 30.
Qual è la filosofia e quali sono gli obiettivi?
La bicicletta, oltre ad essere un’allegra occasione di gioco per i bambini, rappresenta un importante momento di crescita autonoma e di formazione civica, nonché una possibilità per un percorso educativo rispettoso dell’ambiente e dei diritti di tutti. La Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) ha deciso di promuovere Bimbimbici, per riaffermare il tema della sicurezza dei più piccoli negli spostamenti quotidiani e, in particolare, in quelli casa-scuola. Solo se le strade sono sicure per tutti, i bambini possono spostarsi in modo autonomo in città.
Di chi è oggi la strada? Non c’è dubbio: dei "più forti": dei camions, dei furgoni, delle auto che sfrecciano a velocità folli, che lasciano dietro di sé una scia di fumo tossico e producono un frastuono assordante e un altissimo numero di incidenti. E poi le auto, anche quando sono ferme, occupano i bordi delle strade, le piazze, i marciapiedi, togliendo alle persone spazi sempre più grandi. Così i pedoni sono costretti a camminare su marciapiedi ristretti; i ciclisti obbligati a fare la gimcana tra un’auto e l’altra, i bambini, i più indifesi, a vivere in questa città degli adulti che a malapena si accorgono di loro. Tutti "utenti deboli" della strada che subiscono i danni dell’inquinamento e corrono i rischi più grossi per la loro incolumità e salute.
Circolare in bici è diventato difficilissimo: il traffico dei mezzi motorizzati, convulso e sempre meno rispettoso di regole, allontana i bambini dalle strade e dalle piazze. Restano i "fazzoletti" delle aree verdi, spesso così piccole ed affollate che andare in bici diventa difficoltoso e poco divertente.
Eppure… per un bambino la bicicletta significa trascorrere il tempo all’aria aperta, scoprire quel che c’è attorno; acquisire sicurezza nei propri mezzi, riconquistare la strada con tutte le sue possibilità di socializzazione; significa divertirsi a patto di farlo in libertà e senza doversi continuamente guardare dalle auto.
Impossibile? No. In Paesi appena come l'Austria, la Germania o la Svizzera tutto ciò avviene. Là ci sono corsie e piste ciclabili protette, spazi verdi ben tenuti, zone residenziali in cui le auto circolano a bassa velocità, percorsi casa-scuola accuratamente studiati. La Fiab crede che tutto ciò si possa realizzare anche in Italia.

6 commenti:

giorgio56 ha detto...

E' bello girare in bici, vedi cose che normalmente in auto non ci fai caso, incontri persone, scambi due chiacchere, e' un modo di vivere piu' "umano". Purtroppo esistono le auto, dico purtroppo perche' inquinano, sono pericolose, costose e spesso indispensabili. Nella vita di oggi e' sempre piu' raro vedere gente che vive senza auto, abbiamo bisogno sempre piu' di spostarci velocemente da un posto all'altro per lavoro, divertimento e necessita' varie. Quando usiamo l'auto per andare in "Borc" non lo facciamo perche' il motore non si arruginisca, lo facciamo per una necessita' e capita di avere premura. "Via di corsa" non vuol dire trasformare via Pordenone nel circuito di Le Mans, ma non vuol neppure dire metterci 30 minuti per fare 3 Km di strada. Dedichiamo al traffico pedonale e ciclistico le strade del nostro comune, ma facciamolo con un po' di testa. Se si possono fare piste ciclabili o strade dedicate alle biciclette, benissimo. Avere via PN a 30 Km/h fino Cultura, a mio avviso, non e' una soluzione. Pensiamo anche a coloro che verrebbero danneggiati (tutto sommato io non sarei tra questi).

luciano61 ha detto...
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Anonimo ha detto...

Mi capita spesso di trovare macchine che mi sorpassano a gran velocità in posti pericolosissimi e poi trovarmele giusto davanti al primo semaforo o incrocio. E' la velocità media che conta, non quella di punta; e la velocità media nei centri urbani non supera i 30-50 km/ora.
Se cercate su google maps come andare da via pordenone, 150 polcenigo (san giovanni) a via fontana, 1 polcenigo (coltura). Il risultato sono 2.9 km e 3 minuti di percorrenza cioè 30km/h!
Sabato pomeriggio, con mia moglie abbiamo avuto occasione di camminare per san giovanni ed è stata un esperienza che non facevamio da anni, abbiamo incontrato e salutato un sacco di persone. In macchina, siamo sempre di corsa e per fare attenzione alla strada non riusciamo quasi a parlare tra noi. Vorrei che i miei figli potessero fare questa esperienza senza rischiare la vita.
Pieropol

rinnovamento ha detto...

Concordiamo, nel mio piccolo cerco di non correre ed ho comprato un'auto a metano....ora speriamo che il nuovo governo, al posto di favorire gli amici come ha fatto Bersani (leggasi Coop) con la creazione di distributori di benzina nei centri commerciali, obblighi i nuovi distributori ad erogare metano. Da qui a Milano e ritorno su tutta la A4 ne esiste uno solo (Limenella) ma verso Milano e non al ritorno.

luciano61 ha detto...
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rinnovamento ha detto...

Sono curioso di sapere perchè nessuno, quando si pongono interrogativi interessanti ma scomodi, riprenda il discorso ma questo venga sempre lasciato cadere.