martedì 30 ottobre 2007

incidenti gravi o rallentamento del traffico?

A proposito di mobilità sostenibile, ecco un brano tratto da un documento riportato sul sito della Associazione delle città italiane per la mobilità sostenibile e lo sviluppo dei trasporti.
"Per quanto riguarda pedoni e ciclisti la pericolosità dell’incidente deriva dalla velocità di impatto. Diversi test empirici hanno mostrato come la probabilità di morte (e di ferite gravi) cresca più che proporzionalmente rispetto alla velocità di impatto di un veicolo tipo con un pedone o ciclista. In linea di massima per impatti alla velocità di 30 Km/h la probabilità di decesso è circa del 10%, per impatti alla velocità di 50 Km/h (in città questo limite non dovrebbe essere mai superato ma le trasgressioni di questo obbligo sono molto diffuse) le probabilità di decesso aumentano notevolmente,attestandosi a circa il 50%, mentre per impatti alla velocità di 70 Km/h il rischio di decesso oscilla tra il 95% e la certezza (per avere un raffronto è come, rispettivamente, se si cadesse dal primo, dal terzo o dal quinto piano di un palazzo). Questa curva dice molte più cose di quanto possa trasparire dalla crudezza dei numeri. Infatti prima ancora del comportamento del conducente sono la forma delle strade e quindi la velocità che può essere raggiunta sulle stesse la causa prima degli incidenti gravi. È infatti la forma delle strade e non i cartelli indicanti i limiti di velocità a condizionare il comportamento dell’automobilista; infatti su strade larghe e rettilinee qualunque automobilista, anche il meglio intenzionato, raggiunge involontariamente velocità elevate. E’ necessario pertanto adattare le strade al comportamento che vogliamo sia mantenuto dall’automobilista in quel luogo. Spesso una rotonda o un sistema di rallentamento ben studiato può sopperire ad un semaforo e addirittura finire per aumentare la velocità media di percorrenza degli automobilisti stessi. A valle di una corretta progettazione della coesistenza tra traffico lento e veloce sarà possibile gestire con maggiore efficacia i comportamenti da reprimere quali, tra l’altro: guida con velocità eccessiva, mancato rispetto delle altre norme di circolazione, tra cui non rispetto della precedenza, marcia contromano, non dare precedenza ai pedoni sugli appositi attraversamenti, guida con ridotte capacità psicofisiche, guida senza cintura di sicurezza (auto) e casco (moto)."

5 commenti:

Lucio Cosmo ha detto...

E' evidente che la forma delle strade pone un limite alla velocità di percorrenza, ma giustificare l'aumento della velocita' per le strade "troppo" rettilinee e' una sciocchezza.

Chi ha viaggiato in altri paesi e ha noleggiato una automobile per spostarsi l'ha certamente verificato.

In Austria, mi sono lasciato andare una volta ad una discesa e m'e' arrivata una multa in 30 secondi. Guarda caso, la gente rispetta i limiti.

Ma senza cercare gli austriaci, vi informo che in America, nelle strade in mezzo ai desterti di Utah, Colorado, California, Maine e probabilmente tutti gli altri il limite è 90 Miglia orarie. Ora, si sta parlando di strade in terreni anche pianeggianti, rettilinee per a volte 100 Km di cui si vede tranquillamente la fine da una parte all'altra. Nessuno si mette a correre a piu' di 100 Miglia, sebbene si incroci difficilmente un'altro veicolo in meno di 5 minuti.

Ora, questa mentalità viene di riflesso applicata nei centri abitati, dove, per quanto ho potuto vedere tutti vanno piano, rispettando i limiti, diversi da zona a zona, ma BASSI. In piu' trovate i frequentemente i "four way stop", che sono incroci (e non rotonde) dove c'e' sempre obbligo di fermata.

Anche in Australia posso dire che e' la stessa cosa. Dopo un periodo di adattamento, risulta estremamente rilassante spostarsi, riuscendo a seguire le indicazioni, guardando il panorama, senza stare attenti come in italia all'ennesimo idiota che fa i fari, suona, sorpassa a 200 in autostrada con abbaglianti puntati, ecc ecc...

E' assolutamente una questione di mentalità, abitudine, rispetto e civiltà.

Inoltre, sono convinto che c'entri molto la pratica d'uso del cambio automatico. Il cambio manuale abitua il guidatore a dover raggiungere delle determinate velocità per ogni marcia; velocità che sono diverse per ogni auto; quindi ognuno "vuole andare" ad una velocità di marcia diversa, indipendentemente dalle indicazioni stradali.
Con il cambio automatico, non risulta piu' un problema stare a 50, 30 o 48 all'ora, in coda dietro ad un vecchietto o per rispettare la variazione di indicazioni di velocità.

A chi dice che il cambio automatico consuma di piu' ed e' piu' pericoloso perche' non viene utilizzato il freno a motore, credo di poter rispondere che la tecnologia ha fatto dei passi enormi e ora esistono dei dispositivi veramente ben studiati, anche per auto di bassa cilindrata.

al900 ha detto...

Cari ragazzi, vi supplico di non rispondere dicendo che chi ha scritto prima una cosa su cui non siete d'accordo ha detto una sciocchezza. E' assolutamente una questione di mentalità, abitudine, rispetto e civiltà..

al900 ha detto...

Per quanto riguarda il merito dell'argomento, è vero che andare più o meno veloci è (anche) una questione di civiltà, ma non credo sia possibile aspettare i cambiamenti di civiltà e di mentalità per rendere più sicure le strade. Gli incidenti, anche a Polcenigo, sono frequenti; solo io ne ho visti due a Coltura a ottobre. Quindi, secondo me, da un lato cerchiamo tutti di modificare la mentalità corrente (ho bloccato con la mia auto una paesana che imboccava contromano il senso unico davanti alla scuola, ed ho cominciato anche a Polcenigo a fermarmi alle (rare) strisce pedonali, pur facendo bestemmiare chi sta dietro) ma dall'altro credo sia necessario trovare delle soluzioni sostenibili per migliorare da subito la sicurezza sulle strade e la loro fruizione da parte di bambini e anziani.
Subito però.

Lucio Cosmo ha detto...

Sono d'accordo. Se non ricordo male il codice della strada prevede che se un pedone e' mette un piede sulle striscie (o solo manifesta l'intenzione di passare) c'e' obbligo di fermata.
Nei paesi sopracitati avviene esattamente cosi'. Gli americani iniziano a fermarsi un centinaio di metri prima.. la cosa puo' essere disarmente fino a che non se ne fa l'abitudine.

L'interpretazione italiana (distorta) è che il pedone attende che non ci siano macchine, poi attraversa, stando bene attento a destra e a sinistra.

Sbaglio ?

Anonimo ha detto...

abitudine,rispetto e civiltà: però senza incazzature per chi la pensa diversamente.