giovedì 11 ottobre 2007

Panorama da nascondere?

Sono venuto a conoscenza solo di recente dell'ampliamento edilizio in programma per il fabbricato in Via San Giacomo 6 a Polcenigo, nel "centro storico" o "borc" (devo scriverlo con la k?). I problema è che tale ampliamento, per quanto ne so in accordo con le previsioni del piano particolareggiato (!), priverebbe il centro di Polcenigo di un punto panoramico tra i più caratteristici.
Prima che scompaia, iniziate la salita verso la chiesa di San Giacomo ed il Castello; improvvisamente, alla fine del fabbricato sulla destra, lo sguardo viene catturato dall'immagine dell'acqua che forma le "Cascate di Polcenigo": parecchi secoli fa chi ha costruito il "Gorgazzetto" ha risolto in questa maniera, così spettacolare, il problema di smaltire l'acqua in eccesso.
Gli abitanti si fermano, i turisti sostano e fotografano questo panorama unico e irripetibile. Si sono succeduti anche numerosi pittori a catturare questa immagine, con il cavalletto sistemato per ore in quella posizione. Ora c'è la concreta possibilità che questo spettacolo venga oscurato.
Mi chiedo come sia stata possibile la previsione urbanistica che lo consente e anche quale sensibilità verso il paese possa avere chi volesse togliere questo panorama unico per quella che pare una banale speculazione edilizia.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco vedi, questo è un caso emblematico di come vanno le cose in italia.
se qualcuno avesse voglia di impugnare la questione avrebbe tutto il diritto di farlo, ma nessuno se la sente di sbattersi veramente.
dal momento che c'è un illegittimità di forma è possibile fare ricorso dal momento che viene leso un interesse legittimo collettivo. possiamo far ricorso rimettendo il provvedimento allo stesso comune o al giudice amministrativo (TAR).. gli strumenti sono lì a nostra disposizione... il fatto è stato segnalato... credete forse che qualcuno farà qualcosa??? assolutamente no. qua siamo tutti così con le mani in mano... quando è il momento di indignarci siamo sempre i primi. ma quando c'è da lavorare concretamente ci domandiamo sempre se non può farlo qualcun altro.
allora, per impedire questo scempio è suff andare al comune e chiedere la revoca del provvedimento in quanto è presente un vizio di forma, che porta necessariamene all'annullamento (se fatto presente entro credo 30 o 60giorni). bene, non lo farà nessuno di noi che pure sappiamo cosa andrebbe fatto. quindi addio gorgazzetto. se qualcuno lo fa gli offro da bere.

Anonimo ha detto...

La mancanza di rispetto per l'ambiente e per la natura è l'ennesimo sintomo di una totale mancanza di valori: il verde che prevale è quello dei soldi (dollari e/o euro)senza alcun rispetto per noi cittadini-sudditi.
Saluti da Luciano Bubbola

Anonimo ha detto...

"Sarebbe sufficiente andare in comune e sbattersi..." Pur essendo d'accordo aggiungo che i nostri gagliardi rappresentanti non dovrebbero aver bisogno di qualcuno che gli tiri la giacchetta per comunicargli che hanno autorizzato una sciocchezza!!! Mi aspetto che, dal momento che i lavori in questione andranno a toccare un'area che dista 100 mt dalla sede comunale, chi ha la responsabilità e la possibiltà di evitare scempi nel ns. paese, si prendesse la briga di dare un'occhiata al luogo e si appellasse alla propria sensibilità (che dovrebbe corrispondere almeno un po' alla nostra) prima di autorizzare certe idee "geniali" che arrivano, anche se legittimamente, dai cittadini.

Saluti da Pordenone!

Anonimo ha detto...

sono d'accordo ma è anche vero che quando gli amministratori fanno male il loro dovere noi non facciamo che lamentarci senza muovere un dito per migliorare la situazione!

Anonimo ha detto...

Concordo con il giudizio negativo che avete espresso. Ma non abbiamo forse il fior fiore degli amministratori, almeno secondo loro !? Voi che gli siete vicini politicamente, perchè non gliene parlate ?

Lucio Cosmo ha detto...

Salve a tutti,
illustro la situazione, visto che sono vicinante alla proprietà e vicino del proprietario. Informato da quest’ultimo, mi sono attivato per capirci qualcosa di più. Partiamo dai recenti avventimenti. Il nuovo proprietario dell’immobile ha il diritto di farci quello che vuole, nei limiti di legge; nel caso specifico nei limiti del piano particolareggiato, che prevede la possibilità di costruire sulla superficie indicata (raddoppiando l’esistente fabbricato) per un’altezza massima pari all’attuale tetto, in sostanza per tre piani ( in termine tecnico “a copertura”).

La cosa che ho capito, e che mi ha lasciato francamente esterefatto, è che si è obbligati a costruire o tutto o niente, quindi occupare l’intera superficie per l’altezza indicata. Questo vale anche per altre modifiche a fabbricati esistenti o nuove costruzioni. La ragione deve risiedere nella necessità di mantenere un controllo a priori molto rigido su tutto ciò che viene fatto. Sicuramente ci sono degli altri vincoli urbanistici, che prevedono la ripresa estetica dell’esistente, facendo in modo che le nuove costruzioni o modifiche non vadano “fuori tema”.

Il risultato e’ che se il mio vicino vuole investire dei soldi e valorizzare l’acquisto deve farlo, stando al piano, esclusivamente nel modo previsto, ed ecco il “tappo” al panorama. Ora, i lavori sono iniziati, a me la vista non manca (abitando sopra all’acqua) tantomeno una certa quantità di fotografie e dipinti sul tema. L’area in questione ha subito negli anni un certo numero di evoluzioni, e adesso vediamo solamente l’ultima, che, panorama a parte, è composta da un’area parcheggio-terrazzo-manovra in cemento, un caminetto, un bagno esterno, un ricovero per attrezzi-garage, un piccolo orto a ridosso del muro, e una scaletta appena funzionale per scendere verso l’acqua. Niente di che.

Immaginare un complesso diverso da quello previsto dal piano regolatore non è difficile già per me; gli archietti ci vanno a nozze. Penso non sia complesso progettare un qualcosa che combini esigenze di investimento, paesaggio fruibile al pubblico, e continuità del tema edilizio. Ma tutto è subordinato all’infrangibile, imperscrutabile, inequivocabile e intoccabile piano regolatore; concedere un’eccezione sembra complicato e chi di dovere si guarda bene dal farlo, visto che il risultato è avvantaggiare alcuni a torto di altri, e procurarsi nuove “grane”.

Nel caso in questione i lavori sono avviati con tutte le autorizzazioni. E se l’amministrazione cercasse la mediazione con il privato ? E’ possibile che il piano sia stato fatto con obiettivi diversi, vent’anni fa, tutt’altro che paesaggistici ? Magari le cubature possono essere distribuite in un modo alternativo o ampliate, se ne vale la pena. Magari questo, piu’ i lavori a palazzo Zaja e zone circostanti fanno scattare qualche molla ed altri privati si decidono a sistemare e valorizzare gli immobili di nome e di fatto, iniziando col dare una mano di pittura alle pareti, alcune, per quanto ne so, in questo stato da anni.

Credo che il centro di Polcenigo abbia la vocazione di ricevere come minimo le stesse cure che sono state portate alla città di Sacile negli ultimi anni, con i percorsi pedonali tra i palazzi restaurati e ripensati, specie con l’illuminazione serale corretta. E noi abbiamo il castello, i colli, l’acqua e le isolette, l’ex-convento, le fratte, pace e silenzio.

C’è da fare per tutti.
A voi la parola.

Anonimo ha detto...

C'è un'unica strada dalla quale poter ammirare il Gorgazzo e il Gorgazzetto: la via San Giacomo. Da essa si vede già ben poco, così si è pensato bene di eliminare anche quell'ultima "finestra". Con quale intento? Con quello del "Pecunia non nolet", forse.
In un altro posto, avrebbero demolito l'esistente e realizzato un parcheggio a terrazzo.
Ad ogni modo, il cantiere che è stato descritto da Lucio Cosmo è quello dei lavori del Gorgazzetto (1° lotto): la scala, in particolare, è al servizio del cantiere e presto verrà rimossa. Nel Gorgazzetto si potrà camminare, quindi non ci sarà più l'esigenza di ammirarlo dalla via San Giacomo. Tuttavia, sarebbe opportuno realizzare un percorso che discenda dal colle (tratto esistente) e attraversi il Gorgazzetto per approdare all'isola centrale; da qui attraversi il Gorgazzo in corrispondenza della cascata; dall'isola si possa anche proseguire sopra alle altre due cascate e arrivare alla torretta e quindi, da qui, alla piazzetta della Madonna (tratto pedonabile già realizzato nel letto del Gorgazzetto). Percorsi con illuminazione notturna prodotta nella centrale della torretta.
Chi vorrà investire in questo? Lascio la risposta ai polcenighesi.

Anonimo ha detto...

Mi viene in mente...
E' qui doverosa una precisazione: nelle mappe catastali più datate l'edificio è riportato, il che significa che una volta c'era e che poi è stato demolito. Questo fatto giustificherebbe anche il "vincolo" a ricostruirlo com'era, cioè alto quanto la parte rimasta in piedi.
Il Piano regolatore avrebbe dovuto essere più "coraggioso" e prevedere un esproprio, ma forse il Comune non aveva (voluto tirare fuori) i soldi.