Caro Luciano, allargo le tue richieste di libertà.
Perciò free Abkhazia, free Adivasi, free Ainu, free Assam, free Birmania, free Cecenia, free Dayak, free Hunza, free Igorot, free Inguscezia, free Kashmir, free Kurdistan, free Nepal, free Ossezia Meridionale, free Palestina, free Tamil, free Tibet, free Turkestan Orientale.
Liberiamoli tutti. E' solo un elenco approssimato e parziale di popoli e nazioni asiatiche oppresse. Ma in questo momento ci sono le Olimpiadi in Cina e vanno di moda i tibetani. Invece non vanno di moda gli Uiguri, pur sempre in Cina, anche loro oppressi dal governo cinese, ma loro sono musulmani. Professano una religione che non fa differenze fra Stato e Chiesa... ops il Dalai Lama, quel sant'uomo, guarda un po' è sia capo politico che capo religioso, ah ma lui è buddista, pacifista. Allora la teocrazia per i tibetani va bene. Per gli iraniani invece no, loro sono musulmani, guerrafondai!
Anche Rugova era il capo pacifista e nonviolento in Kosovo prima che arrivassero l'UCK, l'esercito serbo e a seguire l'esercito NATO. Il suo obiettivo, cioè il Kosovo libero, è stato raggiunto. Era sostenuto da molti, anche dal movimento pacifista. Ma poi c'è stata la guerra, i morti, gli invalidi, gli stupri più o meno etnici, i bombardamenti, i profughi, le famiglie divise, la miseria, l'odio etnico, ecc. ecc.. e adesso tanti dicono che non si doveva sostenere un Kosovo indipendente, adesso.
Si dice che non si chiede l'indipendenza per il Tibet ma solo l'autonomia e il rispetto dei diritti umani (e si grida
free Tibet), più o meno come in Kosovo poco più di dieci anni fa (e gridavano
Kosovo Republika). A mio parere si rischia soprattutto di esaltare nazionalismi grandi e piccoli (e magari solo quelli che convengono ai gruppi di potere occidentali) e di confondere libertà e diritti umani con il nazionalismo.
Ma non importa, e allora free Bosnia, free Croazia, free Erzegovina, free Kosovo, free Macedonia, free Montenegro, free Republika Srpska, free Slovenia, free Vojvodina, free Kosovo settentrionale. Finora fanno circa duecentocinquantamila morti nelle guerre iugoslave, senza neanche pensare alle condizioni dei vivi.
Nella foto, un cimitero in centro a Mostar, Bosnia e Erzegovina, e guardate le date di nascita e di morte.