Eccovi la lettera di Ersilio Celant pubblicata sul Gazzettino il primo febbraio.
"Il mondo stressato della viabilità.
Fin da piccolo sognavo di diventare uno squattrinato pittore e oggi sono l'uomo più felice del mondo perché ho centrato l'obbiettivo. Da subito però mi resi conto che se avessi voluto vivere d'amore e d'arte sarei ben presto morto di fame così mi dovetti adeguare ad altre meno nobili, ma più sicure attività. Il mestiere a cui dedicai la maggior parte del tempo lavorativo è stato il vigile urbano sette anni nella grande città e altri sedici nei nostri dintorni, grazie alla passione per il disegno fui immediatamente assegnato alle pattuglie addette ai rilievi planimetrici degli incidenti stradali, l'esperienza fu così traumatica che a distanza di trent'anni, certe immagini rimangono impresse nella mente e ancora oggi mi fanno riflettere sulle cause, sulle modalità e sulle eventuali possibilità di evitare che ciò avvenga, la soluzione a un problema che vede impegnati esimi scienziati, psicologi e studiosi di viabilistica di fama mondiale, non sono certo io ad averla in tasca ma per entrare nella corretta ottica di ciò che tenterò di descrivere, al lettore serve la giusta elasticità mentale per entrare in una dimensione allucinante ma assolutamente reale inconsapevolmente vissuta quotidianamente da ognuno di noi. La nuova giornata comincia al suono soft della sveglia che rientra in uno dei 23 articoli che regolano il quieto vivere condominiale, l'aria fresca del mattino mi dice che ho messo piede sulla pubblica via e mi fa sentire finalmente libero, inconsapevole che in quel preciso istante mi sono piombati addosso 240 articoli del Codice della Strada, altri 500 del relativo regolamento, 134 del Regolamento Comunale, più il contenuto delle circolari ministeriali che arrivano negli uffici dei vari comandi territoriali delle Forze dell'Ordine, che non conoscerò mai, ma che servono a modificare o portare alla corretta interpretazione di un articolo apparso sulla Gazzetta Ufficiale con una virgola mancante; entro al bar e prendo il caffè, quei 240 articoli cessano di esistere ma ne appaiono altri 50 ai quali mi devo attenere secondo le norme del Regolamento d'Igiene. Entro nel box, apro l'auto e mi siedo al volante ignorando che l'azione che può rendere un buon padre di famiglia un assassino, non tanto perché la macchina è un'arma con la quale posso commettere un massacro e rimanere a mia volta ucciso ma perché diventa la posizione che trasforma il Dr Jekyll in Mr Hyde, è allo studio da decenni dai più esperti psicologi.
Mi immetto nella circolazione, ed ecco riapparire quei 240 articoli corredati da 1.000 figure di forme e dimensioni diverse con simboli colorati ai quali devo dare immediato significato, devo stare molto attento ai tempi delle luci semaforiche altrimenti..., i vetri si appannano, non vedo strisce bianche, gialle, zebrate, passaggi pedonali, pedoni, ciclisti, bambini. Devo stare molto attento sennò... «bip bip» il telefonino... pronto? ...qualcuno mi lampeggia acc... i vigili... cinture, luci, velocità, bollo, assicurazione meno male tutto posto!...
Si! L'automobilista è sottoposto a un continuo stress e meno è distratto più la sua attenzione è rivolta a ciò che riserva la strada da me battezzata «la brutta bestia». Da qualche tempo nelle vie cittadine si notano delle divise variamente colorate simili a quelle dei cantonieri, agli operatori ecologici altre confondibili con quelle ufficiali indossate dai veri agenti addetti alla sicurezza; interloquendo con questi «operatori volontari» ho notato la totale mancanza di preparazione sulle più elementari norme sulla circolazione stradale, l'assenza di ogni criterio di responsabilità civile ma soprattutto penale che comporta l'operare sul suolo pubblico. Pur riconoscendo la buona volontà di solerti cittadini, sono convinto che il loro encomiabile operato sia un'azione di disturbo e aggiunga un ulteriore serio pericolo a quelli già esistenti e comporti un ulteriore disagio al già troppo incasinato mondo della viabilità. Ersilio Celant. Pittore - Polcenigo"
Ehi tu, figlio maggiorenne
3 mesi fa
1 commento:
Il dibattito (...) prosegue nel post "Perchè istituire un Corpo di vigilanza volontaria" pubblicato venerdì 15 febbraio.
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