...Leggete anche la notizia riportata sul primo commento...
Dal Gazzettino del 19 gennaio.
"Operaio colpito al viso da un pezzo di ferro. Infortunio, ieri alle 9.40, nella ditta Laf, con sede nella zona industriale a San Giovanni.
(Ro) Drammatico infortunio sul lavoro, ieri alle 9.40, alla "Laf" spa - lavorazioni per fonderie - con sede in via delle Industrie a San Giovanni di Polcenigo . Azienda meccanica che dà lavoro a oltre cento dipendenti. Per cause all'esame di Ispettorato del lavoro e Carabinieri di Sacile, l'operaio Simone Mazzega, 21 anni, di Aviano, è stato colpito in viso da un pezzo di ferro, scagliato con violenza dagli ingranaggi del tornio che stava utilizzando. Immediati i soccorsi dei colleghi. Inizialmente le condizioni del giovane, che denunciava difficoltà di memoria, sembravano serie, tanto che era stato richiesto l'intervento di un'eliambulanza (per la nebbia non è potuta decollare). Sul posto si sono precipitati gli specialisti del "118" che, dopo le prime febbrili cure, hanno intubato il giovane, trasferendolo in ospedale a Pordenone. Dopo ulteriori cure intensive il giovane si è ripreso e i medici hanno potuto sciogliere la prognosi. Mazzega ha riportato un trauma cranico commotivo, con frattura della mandibola. Secondo i medici dovrebbe guarire in quaranta giorni. Secondo la prima ricostruzione l'operaio, sentito un rumore sospetto,avrebbe aperto la protezione del tornio, senza fermarlo. A quel punto sarebbe stato improvvisamente colpito al volto da un pezzo di ferro del manufatto che stava "levigando"."
Dal Gazzettino del 25 gennaio
"Assolto Sbuelz, titolare della "Eurocoop scarl". Era imputato di lesioni colpose per un grave infortunio accaduto nel 2000 ad un suo dipendente.
Gli elementi di prova ricostruiti dagli inquirenti non bastano a dimostrare la colpevolezza dell'imprenditore che va pertanto assolto. Con questa motivazione il giudice Roberta Bolzoni, accogliendo le argomentazioni e le richieste dell'avvocato difensore Paolo Businello, ha assolto l'imprenditore Alberto Sbuelz, 37 anni, di Colloredo di Prato. L'uomo, quale titolare della ditta "Eurocoop scarl" di Palmanova, era stato chiamato a rispondere dell'ipotesi d'accusa di lesioni colpose perché -secondo la ricostruzione del pm Piera De Stefani che aveva chiesto la condanna dell'imputato a 4 mesi di reclusione - il 27 settembre 2000 in via San Michele a Coltura di Polcenigo , per inosservanza delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, non avrebbe messo a disposizione attrezzature adeguate perché il dipendente Claudio Cabas, che stava eseguendo un intervento di disinfestazione calabroni, non precipitasse da un'altezza di circa 6 metri, riportando ferite molto gravi che i medici giudicarono guaribili in almeno 385 giorni, con un'invalidità permanente del 65 per cento (dopo vari interventi chirurgici all'operaio rimase una gamba più corta di 1,5centimetri). Claudio Cabas non si è costituito parte civile nel procedimento penale, avendo ottenuto un risarcimento di 21 milioni di vecchie lire. «Risarcimento che il titolare dell'Eurocoop decise di stanziare personalmente - ha spiegato l'avvocato Businello - visto che l'assicurazione non sarebbe intervenuta». Tale condotta dell'imprenditore è stata tenuta in considerazione anche dal giudice."
Ehi tu, figlio maggiorenne
3 mesi fa
3 commenti:
Da La Nuova Venezia di giovedì 14 febbraio 2008:
FONTANELLE. Muore a 30 anni schiacciato dentro al macchinario su cui stava lavorando. Filippo Segat, di Mansuè, era un giovane che sognava la musica e, per guadagnarsi da vivere, lavorava nello stabilimento della Friul Intagli di via Roma a Lutrano, colosso del mobile con sede a Prata Pordenone.
Sono le 12.10 quando i colleghi di Filippo si accorgono che qualcosa non va. Il giovane lavora ad una macchina che taglia i pezzi di pannello che passano poi su un rullo verso le bordatrici. Ma i pezzi da un po’ non arrivano. Uno dei capireparto va verso il macchinario dove lavora l’operaio di Mansuè, senza vederlo. Poi si accorge che un corpo è sotto il movimentatore di pannelli. Filippo non si muove. C’è molto sangue. Alcuni colleghi iniziano a gridare. Un operaio con la testa tra le mani viene visto correre in lacrime verso la ringhiera in ferro che delimita l’ingresso dello stabilimento. Scatta l’allarme. Sul luogo giunge un elicottero del Suem che atterra sul piazzale antistante la fabbrica alle 12.30. Il personale medico entra nel capannone e si dirige verso il macchinario dove Filippo si trova incastrato, privo di sensi. Arriva anche un’ambulanza dal pronto soccorso di Oderzo e i vigili del fuoco di Motta di Livenza. Poco dopo è il turno dei carabinieri di Fontanelle.
Alcuni operai entrano ed escono dallo stabilimento. Lo sguardo sconvolto, ma continuano a sperare che il compagno riapra gli occhi. Verso l’una e un quarto arriva la notizia che per Filippo non c’è più nulla da fare. Il suo cuore ha smesso di battere. L’elicottero del Suem si alza in volo, mentre arriva l’auto delle onoranze funebri. All’ingresso di servizio intanto si affollano i dipendenti della Friul Intagli che invano tentano di entrare. «Oggi restiamo chiusi - dicono i capireparto - vi faremo sapere se domani si lavorerà». Sono quasi tutti sotto i trent’anni, molti stranieri e donne. Molti, con gli occhi lucidi, scuotono la testa. Arrivano anche gli ispettori dello Spisal che dicono solo che un operaio è morto schiacciato sotto ad un macchinario movimentatore di pannelli a ventose. Più tardi fonti ufficiali aggiungono che il giovane, probabilmente, è scivolato, finendo sopra alcuni cartoni che l’hanno trascinato dentro al macchinario dove ha perso la vita. Barbara Battistella.
Non commento, adesso non mi va.
Bisogna puntare sul TELELAVORO (con l'ausilio del Wi-Fi... of course!), come sostiene Lucio Cosmo, e magari anche sul TELETRASPORTO (sempre con l'aiutino del Wi-Fi?), così le 'morti bianche' (cioè gli omicidi dei precari) sul lavoro spariranno e le cordate delle telecomunicazioni ingrasseranno!
Saluti da Luciano Bubbola
Ieri sera nello stabilimento FIAT di Melfi (PZ) è morto un altro operaio: tanto, qui in Italia, ciò che conta è arrivare alla domenica pomeriggio per vedere in TV 'calcio e figa'... tutto il resto è secondario e anche un po' noioso.
Che schifo!
Luciano Bubbola
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