"Al posto loro" i consiglieri del PDL sostengono che "sarebbero intervenuti subito facendo ripulire il cantiere per ristabilire un minimo di decenza e decoro. Nel contempo avrebbero informato i cittadini e avviato una procedura con la proprietà per capire le loro intenzioni con obiettivo una soluzione definitiva"
Per chi ha tempo ecco il testo dell'interrogazione.
"... a Mezzomonte al posto delle ex scuole elementari nella piazza principale, a lato della chiesa, attualmente c’è un cantiere edile, di vasta importanza, abbandonato da tre anni -dal 3 agosto 2006-. Entro il cantiere si vede lo scheletro monco di un edificio in cemento armato che stava sorgendo, fermo al 2° livello, con i ferri di ripresa delle strutture verticali, arrugginiti ed irti, come spade levate al cielo a protesta di questo scempio.
Il cantiere è protetto -si fa per dire- verso la piazza da pannelli di rete elettrosaldata mimetizzata con una rete ombreggiante verde, ampiamente mancante o squarciata in più punti, sì da permettere al pubblico di verificare facilmente, ogni volta che ci passa davanti, l’obbrobrietà dello stato dell’arte. All’interno, sono nate e cresciute tutte le più disparate “verdure” che egregiamente occultano le “scovasse” che i passanti si dilettano a depositare più o meno distrattamente, spesso, con lanci degni di nota.
Lo spettacolo è così desolante e squallido che i turisti e le persone di transito mal gli si avvicinano e quindi di per sé si è creata una sorta di automatica barriera di sicurezza: fa schifo e quindi non è facile che qualcuno si avvicini tanto da caderci dentro, ma, se fosse per la protezione di cantiere, questo potrebbe accadere con facilità. Ferri pericolosamente sporgenti anche qui, sulla pubblica via. E’ da sperare che tutti quelli che hanno il coraggio di avvicinarsi, siano adeguatamente vaccinati dal tetano.
Ci si chiede: come mai tutto ciò? Allora, un po’ di storia, quella conosciuta:
• nel 2003/4 il Comune di Polcenigo svende l’edificio di sua proprietà, ex scuola elementare di Mezzomonte, con annessi e connessi -fra i quali, tutta la storia “moderna” della formazione elementare del secondo dopoguerra e le tradizioni degli “attuali” vecchi di Mezzomonte-.
• in cambio delle vecchie scuole, il comune dovrebbe aver ottenuto un pagamento in contanti di 90/100.000,00 Euro e la promessa di un paio di locali all’interno della nuova struttura da adibire a spazio ludico/ricreativo per la popolazione di Mezzomonte e per l’ambulatorio medico;
• dopo qualche scaramuccia, tra l’acquirente e l’Amministrazione cedente, quest’ultima finalmente nel 2006 rilascia al privato acquirente la Concessione Edilizia per l’avvio di un’opera di Ristrutturazione con ampliamento dell’edificio venduto;
• il nuovo proprietario fa allora demolire la struttura esistente, salvando un muro: il paramento verso la strada, la facciata di ingresso dell’ormai ex scuola; si scava e si prepara l’area di cantiere.
• subito dopo arriva altra impresa, piazza la gru, arriva il ferro, tanto ferro e si cominciano i getti di fondazione, pilastri, scale, etc… fino al 3 di agosto 2006
• da allora tutto si è fermato… l’impresa ha smontato e tolto la gru, ha portato via il tanto ferro rimasto e … sono cominciate a crescere le “verdure”… ci sono già acacie di tre anni. Se ci fossero state viti, quest’anno avremmo potuto vendemmiare. Null’altro… ora il panorama è quello descritto in apertura. E visibile nella documentazione fotografica allegata.
• pochi mesi fa, il nuovo proprietario è deceduto. Ora dicono i figli devono decidere se accettare anche quest’eredità.
E’ evidente che un tale stato di abbandono non è tollerabile per una serie di motivi che qualsiasi cittadino può comprendere da solo, solo vedendo: salubrità e sicurezza dei luoghi, impatto visivo, deprezzamento del sito, discredito della popolazione, incapacità amministrativa.
Pertanto i consiglieri comunali del Popolo della Libertà interrogano il Sindaco e la Giunta per sapere:
1. Il Comune, venditore, di un bene pubblico, simbolo principale -insieme alla chiesa- di uno dei borghi storici tipici di un reliquato del Friuli da conservare e tramandare a perenne memoria di una stoica capacità di conservazione e trasformazione, nello stesso tempo; conservazione di quei valori tipici del nostro Nord-est, di attaccamento, di lavoro, di fiducia, di voglia di riscatto e quindi di rinnovamento, di riqualificazione; il comune, ha avuto un logico e diligente ruolo in questa vicenda?
2. Posto che fosse giustificata la dismissione del bene il comune ha rilasciato una Concessione Edilizia giusta ed in linea con quella che doveva essere la memoria dell’immobile?
3. Ha stipulato un contratto di cessione logico e nell’interesse del pubblico?
4. Ha verificato e vigilato nello svolgimento dei lavori?
5. Ha preteso quelle garanzie di ritorno delle porzioni di bene che gli erano dovute?
6. Ha inserito le clausole di salvaguardia proprie di un’amministrazione pubblica, programmi temporali, penali in caso di ritardo, rescissione in danno?
7. Ha verificato lo stato attuale dell’arte ed ha intrapreso le eventuali azioni correttive del caso?
8. Se il Comune avesse adempiuto ai suoi compiti, secondo le più elementari regole di buon senso, come mai ora siamo in queste condizioni?
9. L’attuale Amministrazione può e vuole recuperare la precedente incapacità? e secondo quali criteri?
10. Il Gabibbo, inviato di Striscia la Notizia può essere un aiuto?"
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