Dal Gazzettino del 12 settembre 2008.
"Mercury, passa il piano con 70 esuberi. Raggiunto l’accordo sindacale che prevede quaranta assunzioni. Il rilancio aziendale è però legato al concordato.
(d.l.)- Alla Mercury di Caneva si è raggiunto l'accordo sindacale: la Move, società che intende acquisire il mobilificio in liquidazione, ha presentato il piano industriale che prevede quaranta assunzioni per la fase di rilancio produttivo. Saranno perciò settanta i dipendenti in esubero.
Il piano industriale e l'accordo sindacale raggiunto ieri sono però legati all'ammissione da parte del giudice del tribunale di Pordenone al concordato preventivo che è stato chiesto per il mobilificio messo in liquidazione a fine luglio. Rilancio produttivo e riassunzione dei primi quaranta dipendenti dipenderanno infatti dall'esito dell'iter giudiziario che punta a evitare il fallimento e dai tempi con cui si procederà.
Già questa mattina i rappresentati legali del gruppo Move, l'impresa di Pieve di Soligo che si è impegnata nell'acquisizione della società canevese, saranno in tribunale per consegnare al giudice fallimentare la "formalizzazione" del piano industriale sotto al quale c'è anche la firma del sindacato. Un passaggio importante che consente alla società trevigiana di presentare un programma di rilancio industriale e occupazionale concordato con i rappresentanti dei lavoratori. Sul fronte del riavvio industriale è già stata costituita la newco, cioé la società-ponte che - se il tribunale riconoscere l'ammissione al concordato preventivo - potrebbe prendere in affitto il ramo d'azienda e procedere con l'assunzione dalla cassa integrazione straordinaria (che nel frattempo sarà richiesta al ministero) dei quaranta lavoratori che rilanceranno la produzione. Non è escluso che, nel caso in cui si dovesse arrivare all'affitto di azienda con una ripartenza produttiva di un certo tipo, si possa assumere altri addetti dalla "cassa". Saranno anche attivati contatti con i comuni di Caneva, Polcenigo e Sacile per cercare il modo di anticipare l'indennità di cassa ai lavoratori: modello già applicato alla ex Foodinvest di Meduno."
Ehi tu, figlio maggiorenne
3 mesi fa
2 commenti:
Dal Gazzettino del 16 ottobre.
"Mercury, fallimento con possibile affitto
Per la Mercury di Caneva - storica azienda del mobile messa in liquidazione nel luglio scorso - si apre la strada del fallimento. Dopo che dal tribunale di Pordenone è arrivato il "no" alla possibilità di percorrere la via alternativa del concordato preventivo, la società ha avanzato la richiesta di autofallimento. Un percorso giudiziario che potrebbe più in salita rispetto al salvataggio aziendale e alla ripartenza dell'attività produttiva.
Il passaggio dell'iter del concordato a quello dell'autofallimento - almeno sulla carta - non farebbe indietreggiare l'impresa veneta che si era candidata all'acquisizione della Mercury anche attraverso un accordo sindacale che prevede la riassunzione di quaranta dei circa cento addetti. Ma affinché la nuova società possa rimanere interessata all'operazione dovrà esserci l'avvio della procedura per il contratto di affitto aziendale (che prevede la nomina del curaotre fallimentare da parte del giudice) nel giro di pochissimi giorni. Cosa che, i rappresentanti della stessa Mercury non escludono possa avvenire. A facilitare questo passaggio è l'esistenza dell'accordo sindacale sulle future assunzioni siglato in funzione del concordato ma valido anche nel caso della procedura fallimentare.
La via verso il concordato è stata preclusa in seguito alla perizia sul valore dell'immbile disposta dal giudice: la valutazione dell'immobile dell'impresa canevese è molto inferiore rispetto alla stima fatta dall'azienda e questo non consentirebbe il pagamento dei creditori privilegiati. L'istanza di autofallimento ora comporta un'autentica lotta contro il tempo: l'impresa candidata all'affitto vuole scongiurare il rischio di perdere clienti e fette di mercato. Cosa che renderebbe più difficile il riavvio produttivo."
Dal Gazzettino del 25 settembre 2008.
"A Brugnera cessa l'attività la Ideko. Nel Distretto del mobile, nell'ultimo mese quasi duecento gli esuberi. Tre aziende chiuse in un giorno. A Pasiano fallimento per "Due Rose" e "Dacia", ma c'è un salvatore irlandese.
È emergenza occupazione nel distretto del mobile dell'Alto Livenza: in un giorno si sono chiuse tre aziende. E se si aggiungono le recentissime difficoltà della Mercury di Caneva e della Arcobaleno di Pravisdomini, nel polo mobiliero - in poco più di un mese - si sono contate cinque gravissime crisi che hanno prodotto quasi duecento esuberi tra i lavoratori.
A dichiarare l'autofallimento davanti al tribunale di Pordenone, ieri mattina, sono state le società "Due Rose" e "Dacia" di Pasiano che però fanno parte della stessa proprietà guidata da Antonio De Marchi, uno dei fondatori e oggi amministraotre unico delle "storiche" aziende pasianesi. Sia la "Due Rose" di Traffe di Pasiano (la società "madre" che conta quasi 100 dipendenti) che la "Dacia" di Pradolino (25 addetti) si erano specializzate nella produzione di antine e altri componenti, in particolare per cucine. Negli ultimi mesi la contrazione del mercato ha fatto perdere importanti quote di mercato alle società che non sono riuscite a fare fronte alla grave crisi produttiva e finanziaria che ha costretto la proprietà a portare i libri in tribunale. Ma contestualmente all'autofallimento, al giudice è stato presentato un piano di rilancio aziendale presentato da due importanti clienti delle imprese pasianesi che garantirebbero la continuità di una parte della produzione. Una società irlandese e un'azienda di Pesaro hanno costituto una nuova società (nella quale la maggioranza è della company irlandese) che si è impegnata, dopo un periodo di gestione in affitto della società, ad acquisirla. Il giudice ha nominato il curatore fallimentare con il quale il sindacato siglerà l'accordo per la cassa integrazione per i 120 addetti complessivi. C'è però già un accordo sindacale con la nuova società per la riassunzione - in tempi brevissimi - di 55 addetti e per la continuità produttiva. Per gli altri 75 addetti resterà, però, solo la "cassa".
A Brugnera, invece, la Ideko (azienda di componentistica per il mobile) ha dichiarato la cessazione dell'attività siglando con il sindacato un accordo per la mobilità degli oltre venti dipendenti che saranno licenziati. Nel "giorno nero" per il Distretto i "tagli" di operai sono stati quasi cento.D.L."
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