Dal Gazzettino del 4 settembre.
"Sacile. "Laboratorio di parola", cura il disagio.
Il centro di ascolto "La Vela" approda alle Superiori con un progetto unico in provincia. Creare gruppi autonomi di auto aiuto per gli adolescenti in crisi: le statistiche e l’esperienza in vari paesi alla base della scelta.
"Laboratorio di parola", è il tema del Corso di formazione rivolto alle scuole medie superiori programmato dal Centro di Ascolto "La Vela" che sarà attuato nel corso del nuovo anno scolastico. Dietro c'è una scelta complessa. «Le motivazioni che hanno spinto all'ideazione del progetto - sottolineata il responsabile del centro "La Vela", Bruno Morassut - nascono dalla lettura dei Piani di zona dell'ambito 6.1 di cui Sacile è Comune capofila e che comprende anche Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva, Fontanafredda e Polcenigo . Ma vengono suffragate anche dalla recente esperienza che abbiamo fatto nelle scuole medie inferiori di Sacile, Porcia e Torre, in cui abbiamo già operato».
Aggiunge che dalla lettura di tale documento emergono una serie di dati interessanti: nell'ambito risiedono oltre 9 mila minorenni, con un valore di incidenza del 15.4 per cento superiore sia al dato che riguarda la Provincia che quello Regionale. C'è poi il rapporto tra il numero di giovanissimi e la popolazione considerata attiva, detto indice di dipendenza giovanile, che nell'Ambito tocca quota 19.46 per cento e il modello di vita diffuso in tutto il Nordest per il quale si tende a lavorare molto più delle 36-40 ore settimanali. «Alla luce di questo - precisa- un elevato indice di dipendenza deve fare i conti con una certa scarsità, non solo di risorse economiche, ma anche di capacità o possibilità di attenzione e di tempo da dedicare a giovani». Per lui questa situazione potenzialmente potrebbe, se non bilanciata da altre risorse, accentuare situazioni di solitudine e disagio. Il progetto vuole essere un'ancora di salvezza: «Attraverso una serie di incontri a tema, condotti di volta in volta da professionisti esperti, si proponiamo di incentivare il dialogo tra pari, permettendo ai giovani di raccontarsi, esprimere sentimenti, emozioni, sogni, speranze, delusioni, aiutandosi reciprocamente anche ad attraversare momenti di disagio esistenziale».Il progetto, inoltre, si prefigge di far conoscere ai giovani, la filosofia e le modalità di intervento dei Gruppi di auto mutuo aiuto, affinché siano essi stessi promotori di nuovi gruppi. Accennando agli obiettivi e ai risultati attesi Morassut sottolinea: «Ci aspettiamo che i ragazzi intervenuti vivano l'esperienza con un senso di libertà, concependo gli incontri come occasione di libera espressione, confronto e approfondimento».
«In concreto - conclude Morassut - c'è la speranza che concepiscano l'Auto mutuo aiuto come un'opportunità plausibile e contribuiscano attivamente alla nascita di uno o più gruppi, quanto mai indispensabili davanti ai sempre crescenti bisogni che si manifestano soprattutto tra i giovani».M.S."
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4 mesi fa
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