Mi fa piacere ricordare che la mobilitazione del mondo della scuola effettuata finora, ha avuto qualche esito anche a livello parlamentare. Infatti La
Commissione Istruzione della Camera ha terminato l'esame del
Piano Programmatico del Ministero della Pubblica Istruzione (per ora circola solo una
proposta di parere, redatta dal Presidente on. Aprea), esprimendo parere favorevole ma con una serie di
condizioni, che vengono incontro, seppur parzialmente, alle proteste di genitori, studenti e lavoratori della scuola:
- c'è il riconoscimento delle 40 ore, con due insegnanti per classe, come orario obbligatorio nella scuola dell'infanzia, considerando l'orario ridotto come modello residuale e solo su richiesta delle famiglie;
- nella scuola primaria il tempo scuola dev'essere stabilito in funzione soprattutto della domanda delle famiglie, e non solo delle esigenze di riorganizzazione didattica, garantendo articolazioni dell'orario anche a 40 ore, con la figura dell'insegnate prevalente (non più unico);
- sempre nella scuola primaria devono essere garantiti gli insegnamenti specialistici di inglese e di religione anche per le classi attivate con 24 ore; l'attività di formazione degli insegnanti specialisti di lingua inglese nella primaria dev'essere potenziata;
- nelle classi funzionanti a tempo pieno devono essere garantiti due insegnanti per classe.
- i criteri sull'aumento del numero di alunni per classe devono essere rivisti: si prevede un aumento del numero minimo di allievi per classe ma non del numero massimo, per rispettare i parametri di agibilità delle aule;
- la garanzia di un docente ogni due alunni disabili;
- la garanzia di un numero adeguato di materie per i centri di istruzione degli adulti;
- la revisione dei tagli al personale ATA (non docente) per non ricorrere all'esternalizzazione dei servizi.
Rimangono però i tagli (circa otto miliardi in tre anni) fissati nella L. 133/2008, che però non sono compatibili con queste condizioni, a meno che i tagli vengano spostati prevalentemente in altri settori della scuola (secondaria inferiore e superiore).
Un altro risultato è l'eliminazione della norma che prevedeva il commissariamento delle Regioni che non provvedevano immediatamente a riorganizzare la rete scolastica.
Otto Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale perchè ritengono che le condizioni contenute nel Piano siano incompatibili con i ruoli previsti per lo Stato e per le Regioni in ambito scolastico, ruoli assegnati dalla Costituzione che è stata recentemente rinnovata (in senso federalista).
Il Piano ha inoltre trovato l'opposizione delle associazioni dei Comuni (ANCI) e delle Province (UPI).
Al recente sciopero della scuola ha partecipato l'81 % del personale docente e ATA dell'istituto Comprensivo di Aviano (che comprende la scuola di Budoia) e il 95 % del personale dell'Istituto Comprensivo di Caneva e Polcenigo, percentuali molto molto elevate. Alla relativa manifestazione a Roma hanno (abbiamo) inoltre partecipato diversi insegnanti ed ATA di queste scuole, oltre a personale di altre scuole residente a Polcenigo.